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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

giovedì 20 settembre 2012

Metonimia, sineddoche e perifrasi

Metonimia, sineddoche e perifrasi: figure retoriche in cui avvengono delle sostituzioni

In questa rubrica ho già parlato di allegoria, metafora e similitudine (figure retoriche di contenuto) e chiasmo, climax e anticlimax (figure retoriche in cui è importante l’ordine delle parole). Oggi discuteremo di altre tre figure retoriche:  metonimia, sineddoche e perifrasi.

Ho scelto di parlare di queste figure retoriche insieme perché in tutte e tre avvengono delle sostituzioni.


La metonimia
La metonimia è una figura retorica che consiste nel sostituire una parola con un’altra che abbia con la prima una relazione. Il termine metonimia deriva dal greco dalle parole attraverso e nome.

La relazione che lega le parole può essere di diversi tipi:
  • Il contenitore per il contenuto. Es. Ti va un bicchiere?: la parola bicchiere sostituisce il nome della bevanda in esso contenuta).
  • Il materiale per l’oggetto. Es. I marmi di Michelangelo sono bellissimi: marmi sostituisce statue che sono fatte di marmo.
  • L’autore per le sue opere. Es. Domani voglio leggere il Manzoni: Manzoni sostituisce opere di Manzoni).
  • Il concreto per l’astratto. Es. Non ne avrai il fegato!: fegato (concreto) sostituisce coraggio (astratto).
  • L’astratto per il concreto. Es. Ah, la gioventù d’oggi!: gioventù (astratto) sostituisce giovani (concreto).
  • La causa per l’effetto (e viceversa). Es. Vive della sua arte: arte sostituisce guadagni della sua arte.
  • Lo strumento per la persona che lo usa. Es. La tromba solista colorò di note l’aria: tromba solista  sostituisce  il suonatore di tromba solista.
  • Il luogo per la persona che lì si trova. Es. La sala fischiava lo spettacolo: la sala sostituisce la gente in sala.


Ora vediamo due esempi illustri che si trovano a pochi versi l’uno dall’altro nella celebre poesia A Silvia di Leopardi.

[…]
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno.
[...]
Nel primo caso, faticosa tela sta a indicare in realtà un lavoro faticoso, quindi si tratta di una metonimia in cui si sostituisce il concreto (la tela) all’astratto (il lavoro).
Nel secondo caso, lingua mortal si riferisce in realtà all’essere umano che può usare questa lingua, quindi si tratta di una metonimia in cui si sostituisce lo strumento (la lingua) a chi uso lo strumento (l’uomo).

La sineddoche
La sineddoche è una figura retoriche che consiste nella sostituzione di una parola con un’altra mediante ampliamento o restrizione del senso.
Il termine sineddoche deriva dal greco e significa ricevere insieme.

La sostituzione può riguardare:
  • La parte per il tutto. Es. Nel mare vidi arrivare una vela: vela (parte) sta per nave (tutto).
  • Il tutto per la parte. Es. L’asiatico sparì dalla mia vista: asiatico (tutto) per, per esempio, cinese (parte).
  • Il genere per la specie. Es. Il canide attraversò il giardino: canide (genere) per cane (specie).
  • La specie per il genere. Es. Ricordati che grazie a me non ti è mai mancato il pane: il pane (specie) sostituisce il cibo (genere).  
  • Il singolare per il plurale. Es. Lo scrittore non può far a meno di scrivere: scrittore (singolare) sostituisce scrittori (plurale).
  • Il plurale per il singolare. Es. I figli sono la più grande gioia per me: figli (plurale) sostituisce figlio (singolare) se detto da una persona che ha un figlio solo.

 Fate attenzione: la sineddoche si distingue dalla metonimia perché si basa su relazioni di tipo quantitativo. Oppure si può considerare la sineddoche un caso particolare di metonimia in cui la relazione tra le parole è di tipo quantitativo.

Vediamo ora un esempio celebre tratto da Il cinque maggio di Alessandro Manzoni.
[...]
E sparve, e i dì nellozio
Chiuse in sì breve sponda,
[...]
Breve sponda sostituisce isola, si tratta dunque di una sineddoche che scambia la parte con il tutto.

La perifrasi
La perifrasi è una figura retorica che consiste nel sostituire a un termine una sequenza di parole per descriverlo. Il suo nome viene dal latino e significa dire intorno. Comunemente viene detta giro di parole.
La perifrasi consente di evitare ripetizioni di uno stesso termine, ma può essere usata anche solo per arricchire il linguaggio.

Tra i capolavori più  ricchi di perifrasi vale la pena ricordare quelli che parlano degli eroi antichi (per esempio L’Iliade di Omero) e la ricchissima Divina Commedia di Dante Alighieri, dalla quale cito un esempio che sostituisce la parola Dio:
La gloria di colui che tutto move.

Quando la perifrasi viene usata per evitare termini che possono essere considerati volgari oppure troppo banali  o che per qualsiasi motivo non si vogliono pronunciare prende il nome di eufemismo (l’eufemismo però può anche non essere una perifrasi se è composto da una sola parola).

Conclusione  
Dato che sono una logorroica non posso non amare le perifrasi! Mi piacciono molto anche le varie forme di sineddoche e metonimia, anche se, sinceramente, quando scrivo faccio poca attenzione alla differenza tra le due. Spero che questo post abbia chiarito un po’ le idee a voi (e a me!) su queste figure retoriche che prevedono la sostituzione di termini.
 E voi cosa ne pensate? 



Hanno parlato di questo articolo:





18 commenti:

  1. Pensa che non sapevo neanche che esistesse la parola "metonimia". :(

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    1. Niente smile tristi, dai! Imparare una cosa nuova dovrebbe mettere sempre tanta allegria!

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  2. Ho sempre amato le figure retoriche, grazie per averne parlato in modo così chiaro e piacevole :)

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    1. Non so perché ma il tuo commento era finito nello spam! Ora l'ho ritrovato e ripristinato. Se ti interessa questo tipo di post ce ne sono altri sul blog nell'etichetta "Figure retoriche e metrica". Grazie mille!

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  3. Post molto ben fatto e sicuramente molto utile. Posso dire la mia, però? Se qualcuno dovesse imparare da zero questi argomenti, mettere tutta questa carne al fuoco potrebbe creare confusione. Io avrei trattato le tre figure separatamente (anche se ho capito perché le hai messe insieme: perchè hanno un aspetto in comune). Non è una critica negativa,solo il mio punto di vista dovuto ad esperienza nel trasmettere conoscenze; io le avrei prese in considerazione una alla volta perché un ipotetico allievo potesse assimilare bene tutti gli aspetti di ognuna. Al di là di questo (che è solo come"io" avrei impostato la cosa, trovo il post completo e preciso.

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    1. Sono indubbiamente argomenti complessi. In questi post sulle figure retoriche cerco sempre di paragonare tra loro tre figure retoriche simili non sono perché hanno un elemento comune, ma anche perché spesso (proprio a causa dei loro punti di contatto) finiscono con l'essere confuse. Vederle tutte insieme permette dunque un confronto e di mettere in luce in cosa sono simili, ma anche in cosa differiscono. L'ideale sarebbe un post per ogni figura retorica e ogni tanto uno di confronto, forse. Sicuramente in una classe farei così, ma chi frequenta un blog può anche leggere un paragrafo alla volta e/o rileggere più volte per assimilare. In ogni caso capisco il tuo punto di vista e hai in larga misura ragione. Grazie per aver espresso la tua opinione, magari in futuro farò anche post su singole figure retoriche!

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  4. Ma lo sai che sei la prima a fare un esempio diverso per la sineddoche? Tutti ricorrono al legno al posto della nave... e tu invece ci metti una vela! Sul serio, le diciotto volte che mi hanno spiegato la sineddoche c'era sempre un legno di mezzo (tanto che oggi lo uso anch'io).
    Sono cose che ti condizionano l'esistenza.

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    1. Ormai avrai capito che non mi piace seguire la corrente! Se tutti fanno una cosa, io voglio cercare un'altra strada. Sono felice di averti mostrato qualcosa di nuovo. Ora lasciati stupire da tante nuove possibilità, mi raccomando! Grazie per il commento.

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  5. Sono espressioni che si usano spesso, ma io non le conoscevo per nome :)
    Anche io faccio poca attenzione alle loro differenze quando scrivo.
    Brava, un'altra bella lezione.

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    1. Mentre si scrive la terminologia delle figure retoriche non è molto importante, però conoscerle teoricamente permette anche di poter sperimentare cose nuove nella pratica.
      Grazie mille!

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  6. Ho avuto un po' di difficoltà con la sineddoche e la metonimia perché cercavo di capire meglio le differenze.
    E' davvero interessante come a volte usiamo le figure retoriche senza sapere il loro nome. Nella vita quotidiana le usiamo costantemente e forse più queste che il climax e l'anticlimax-

    P.S: Puoi venire a rivedere il video della mirabolante interpretazione. L'ho sostituito.

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    1. Se c'è qualcosa che non ti è chiaro, chiedi pure. Forse non sono stata abbastanza lineare nella spiegazione.
      Usiamo le figure retoriche e non lo sappiamo, ma a volte è bello guardare l'ingranaggio e vedere come funziona!

      P.S. Tra poco arrivo. Non posso resistere.

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  7. Splendido post, confesso di aver conservato il testo per quando sarò decerebrata e non mi ricorderò più queste cose!
    Spieghi in modo esemplare e chiarissimo, e i vari esempi rendono tutto molto più comprensibile di come le imparavamo a scuola.
    Grazie!!!

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    1. Benvenuta sul mio blog!
      Sono davvero felice che le mie spiegazioni ti sembrino chiare: dato che diventerò insegnante, essere comprensibile mi sembra una bella qualità che spero di avere e mantenere! Grazie di cuore per il tuo commento!

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  8. Ciao, era dai tempi del liceo che non sentivo parlare di metonimia e sineddoche. Grazie per avermi riportato alla mente tutto questo. io sono anche sempre stato un amante dell'anacoluto, che trovo peraltro molto difficile da usare in modo efficace e pulito. A quando una lezione su questo? Ciao e complimenti! :)

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    1. Sono cose di cui nella vita di tutti i giorni si parla ben poco, in effetti.
      Una lezione sull'anacoluto la voglio proprio fare, magari parlando anche delle dislocazioni a destra e a sinistra (anche se non sono propriamente figure retoriche, credo). Sì, grazie per lo spunto! Per ottobre avevo già in mente un post, ma potrei anche cambiare idea, quindi il post sull'anacoluto uscirà o il 20 ottobre o il 20 novembre.
      Grazie!

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  9. Vorrei farti sapere che spieghi molto meglio tu che la mia prof di italiano :)
    Grazie mille, finalmente ho capito la differenza tra queste figure retoriche... Mi stavano facendo impazzire!!!!

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    1. Benvenuto/a sul mio blog!
      Grazie a te, non sai quanto mi fanno piacere le tue parole! Se hai problemi con altre figure retoriche, fammi sapere e pianifico i prossimi post.

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