Oggi ci occuperemo del fenomeno dell’aferesi,
concentrandoci su un caso particolare per capire soprattutto come questa
modifica linguistica viene resa allo scritto.
L’aferesi
L’aferesi
consiste nella caduta di una vocale o di una sillaba a inizio parola.
Molte delle parole latine nel loro percorso per
diventare parole italiane hanno perso la loro parte iniziale a causa del
fenomeno dell’aferesi.
Alcune parole invece hanno una forma con aferesi solo
nel linguaggio poetico.
Un esempio:
Questo
L’aggettivo
dimostrativo questo (in tutte le sue forme, data la
variabilità in genere e numero) può
avere forme aferetiche:
- Questo --> ‘sto
- Questa --> ‘sta
- Questi --> ‘sti
- Queste --> ‘ste
Queste sono ormai diffusissime
nel parlato. Nello scritto
vanno utilizzate con cautela. In un testo narrativo sono sconsigliate,
a meno che non si decida di usarle in un dialogo per tentare una mimesi del parlato.
Come potete notare, l’aferesi della sillaba iniziale ha dato origine a un apostrofo, questo
per evitare confusione con le voci del verbo stare (nel caso di io sto ed egli sta).
In realtà, secondo la Crusca, le forme aferetiche di questo possono
essere scritte anche senza apostrofo (sto, sta, sti, ste). In genere infatti, il contesto è sufficiente per capire se si tratta di un
aggettivo dimostrativo o di un verbo e le parole
con un apostrofo iniziale sono scarsamente diffuse in italiano (se non per
arcaismi o parole dialettali).
Tutta questa incertezza nella scrittura di queste forme
aferetiche deriva probabilmente dal fatto che si tratta di parole nate nel
parlato e solo di recente introdotte nella lingua scritta e quindi la loro
grafia è ancora in fase di definizione.
In alcuni casi l’aferesi dell’aggettivo dimostrativo ha
dato origine a nuove parole
combinandosi ad altre. Per esempio, stasera, stavolta, stamattina,
stanotte… In questi casi l’apostrofo non ha ragione di
esistere, dato che non c’è alcuna possibilità di confusione.
Molto spesso mi è capitato di leggere forme aferetiche
di questo con l’accento, il che non
ha veramente senso. È bene dunque ricordare:
- Questo --> ‘sto o sto (non si può scrivere stò)
- Questa --> ‘sta o sta (non si può scrivere stà)
- Questi --> ‘sti o sti (non si può scrivere stì)
- Queste --> ‘ste o ste (non si può scrivere stè)
Già che ci siamo, rammentiamo anche che l’indicativo del verbo stare non vuole
accenti, anche se normalmente si usano per distinguere parole di
significato diverso che hanno la stessa grafia (maggiori informazioni sugli accenti
sono nel post dedicato).
Conclusione
L’uso delle forme aferetiche di questo nello scritto deve essere limitato a parti intenzionate a
riprodurre il parlato. Possono essere scritte con o senza apostrofo iniziale ma
mai con l’accento.
Conoscevate il fenomeno dell’aferesi? Vi sembra chiaro l’utilizzo
delle forme aferetiche di questo?
Verissimo!
RispondiEliminaIo sinceramente preferisco l'apostrofo, per fugare le ambiguità. Già ce ne sono troppe!
Anch'io preferisco l'apostrofo! E lo metto sempre.
EliminaLe ambiguità sono sempre tantissime, meglio evitare!
Le aferesi le uso spesso per rendere la lingua parlata (dalle mie parti si tende a troncare tutto: che stai a fa' invece di che stai a fare, 'sto invece di questo, e così via).
RispondiEliminaP.S.: ti interessa partecipare a un meme?
vedi : http://arianogeta.blogspot.it/2013/03/liebster-award.html
Le aferesi è un fenomeno che si ha solo a inizio parola ("Che stai a fa'" non è un caso di aferesi).
EliminaP.S. Credo di aver già risposto al Liebster Award però ora do un'occhiata, grazie mille!
Grazie. Finalmente una spigazione certa sull'uso corretto dell'aferesi
RispondiEliminaBenvenuto sul mio blog e... grazie mille!
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