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lunedì 25 marzo 2013

Aferesi: il caso di "questo"

 Aferesi: il caso di “questo”.

Oggi ci occuperemo del fenomeno dell’aferesi, concentrandoci su un caso particolare per capire soprattutto come questa modifica linguistica viene resa allo scritto.


L’aferesi
L’aferesi consiste nella caduta di una vocale o di una sillaba a inizio parola.
Molte delle parole latine nel loro percorso per diventare parole italiane hanno perso la loro parte iniziale a causa del fenomeno dell’aferesi.
Alcune parole invece hanno una forma con aferesi solo nel linguaggio poetico.

Un esempio: Questo
L’aggettivo dimostrativo questo (in tutte le sue forme, data la variabilità in genere e numero) può avere forme aferetiche:
  • Questo --> ‘sto
  • Questa --> ‘sta
  • Questi --> ‘sti
  • Queste --> ‘ste


Queste sono ormai diffusissime nel parlato. Nello scritto vanno utilizzate con cautela. In un testo narrativo sono sconsigliate, a meno che non si decida di usarle in un dialogo per tentare una mimesi del parlato.

Come potete notare, l’aferesi della sillaba iniziale ha dato origine a un apostrofo, questo per evitare confusione con le voci del verbo stare (nel caso di io sto ed egli sta).
In realtà, secondo la Crusca, le forme aferetiche di questo possono essere scritte anche senza apostrofo (sto, sta, sti, ste). In genere infatti, il contesto è sufficiente per capire se si tratta di un aggettivo dimostrativo o di un verbo e le parole con un apostrofo iniziale sono scarsamente diffuse in italiano (se non per arcaismi o parole dialettali).
Tutta questa incertezza nella scrittura di queste forme aferetiche deriva probabilmente dal fatto che si tratta di parole nate nel parlato e solo di recente introdotte nella lingua scritta e quindi la loro grafia è ancora in fase di definizione.

In alcuni casi l’aferesi dell’aggettivo dimostrativo ha dato origine a nuove parole combinandosi ad altre. Per esempio, stasera, stavolta, stamattina, stanotte In questi casi l’apostrofo non ha ragione di esistere, dato che non c’è alcuna possibilità di confusione.

Molto spesso mi è capitato di leggere forme aferetiche di questo con l’accento, il che non ha veramente senso. È bene dunque ricordare:
  • Questo --> ‘sto o sto (non si può scrivere stò)
  • Questa --> ‘sta o sta (non si può scrivere stà)
  • Questi --> ‘sti o sti (non si può scrivere stì)
  • Queste --> ‘ste o ste (non si può scrivere stè)


Già che ci siamo, rammentiamo anche che l’indicativo del verbo stare non vuole accenti, anche se normalmente si usano per distinguere parole di significato diverso che hanno la stessa grafia (maggiori informazioni sugli accenti sono nel post dedicato).

Conclusione
L’uso delle forme aferetiche di questo nello scritto deve essere limitato a parti intenzionate a riprodurre il parlato. Possono essere scritte con o senza apostrofo iniziale ma mai con l’accento.

Conoscevate il fenomeno dell’aferesi? Vi sembra chiaro l’utilizzo delle forme aferetiche di questo?


6 commenti:

  1. Verissimo!
    Io sinceramente preferisco l'apostrofo, per fugare le ambiguità. Già ce ne sono troppe!

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    Risposte
    1. Anch'io preferisco l'apostrofo! E lo metto sempre.
      Le ambiguità sono sempre tantissime, meglio evitare!

      Elimina
  2. Le aferesi le uso spesso per rendere la lingua parlata (dalle mie parti si tende a troncare tutto: che stai a fa' invece di che stai a fare, 'sto invece di questo, e così via).
    P.S.: ti interessa partecipare a un meme?
    vedi : http://arianogeta.blogspot.it/2013/03/liebster-award.html

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    1. Le aferesi è un fenomeno che si ha solo a inizio parola ("Che stai a fa'" non è un caso di aferesi).
      P.S. Credo di aver già risposto al Liebster Award però ora do un'occhiata, grazie mille!

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  3. Grazie. Finalmente una spigazione certa sull'uso corretto dell'aferesi

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