Sinalefe e dialefe: due concetti chiave
per il conteggio delle sillabe metriche.
La divisione in sillabe delle parole segue le regole che
tutti abbiamo imparato a scuola. Quando però si contano le sillabe in poesia (per
esempio per scrivere un sonetto e
quindi degli endecasillabi)
bisogna tener conto delle sillabe
metriche il cui conteggio differisce spesso rispetto a quello delle
sillabe effettive. Due concetti importanti per il calcolo delle sillabe metriche
sono la sinalefe e la dialefe.
La sinalefe
La sinalefe (dal
greco fondo
insieme) è la figura metrica in
cui nel conteggio delle sillabe di un verso sono
unificate in una sola posizione la vocale finale di una parola e quella
iniziale della parola successiva.
Di solito si indica con il segno del cuneo con la
punta verso l’alto (ˆ), una sorta di accento
circonflesso.
La sinalefe è sempre
presente nella metrica italiana (non viene applicata solo in casi
eccezionali) anche se nel Duecento l’autore poteva non applicarla tra i segni
di interpunzione.
Come esempio prendiamo la terzina finale del sonetto A
Zacinto di Ugo Foscolo, in cui sono presenti ben quattro sinalefi.
Tu / non / al / tro / che il / can / to a / vrai / del / fi / glio,
o / ma / ter / na / mia / ter / ra; a / noi / pre / scris/ se
il / fa / to il / la / cri / ma / ta / se / pol / tu / ra.
A differenza
dell’elisione, la sinalefe non viene in alcun modo evidenziata nello scritto.
L’elisione viene fatta solo in casi particolari, mentre la sinalefe coinvolge
sempre le vocali di fine e inizio
parola.
Un caso particolare di sinalefe è rappresentato dall’anasinalefe che è una sinalefe che lega
vocali appartenenti a due versi distinti.
La dialefe
Come
ho detto sopra, la sinalefe è la regola base e non viene rispettata solo in rare
eccezioni.
Si
parla in questi casi di dialefe (dal greco fondo
separatamente) che è il conteggio della vocale finale d’una parola e
della vocale iniziale di quella successiva come appartenenti a due sillabe
diverse.
In genere, si verifica quando la prima sillaba è accentata (anche nei dittonghi discendenti
come -ài, -éa, -ìa, -ùo, -òi, etc.).
Di solito si indica con il segno del cuneo
con la punta verso il basso (ˇ).
Prendiamo come esempio un verso dal primo canto dell’Inferno della Divina commedia di Dante Alighieri.
tan / t’e / ra / pien / di / son / no / a / quel / pun / to
Come vedete, per ottenere le 11 sillabe
dell’endecasillabo (11 perché la parola finale è piana), occorre considerare separate
le sillabe no (di sonno) e a ( preposizione).
Oggi la dialefe è avvertita come un tecnicismo arcaico è spesso poco utilizzata in favore di
maggiore fluidità metrica.
Conclusione
La sinalefe e la dialefe sono importanti per il
conteggio delle sillabe metriche in qualunque tipo di poesia che preveda il
conteggio corretto delle sillabe.
Voi conoscete questi concetti?
Il mese prossimo probabilmente ci sarà un altro post
utile per il conteggio delle sillabe in cui affronterò altri concetti base.
Conosco la sinalefe è talvolta l'ho usata furbescamente nei miei pseudo-haiku per rispettare senza rispettarla la regola delle 17 sillabe...
RispondiEliminaUtilizzare la sinalefe nel conteggio delle sillabe metriche negli haiku è possibile! Non è una furbata... tranquillo!
EliminaDai un'occhiata agli ultimi commenti di questo post, è tutto spiegato lì: http://tamerici-romina.blogspot.it/2012/12/haiku.html
Grazie per il commento!
Sei troppo avanti!
RispondiEliminaGrazie... io mi sento "indietro", ma forse la vita è come un cerchio quindi dipende solo dal punto di vista.
EliminaPotresti nominare "anasinalefe" come parola del mese di Aprile... quella sì che sarebbe una grande sfoda!!!
EliminaP.S.: no, scherzo, non farlo, ti prego ^^
Sfoda... intendevo "sfida" ovviamente :-P
EliminaOh, sarei proprio tentata di farlo, sai? Ahahah! Ma non tocca a me decidere la parola.
EliminaDomani renderò noto il racconto vincitore del concorso e spetterà al suo autore o alla sua autrice decidere! Però potrebbe sempre raccogliere il tuo suggerimento!
Figure metriche non proprio immediate, ma spiegate con molta chiarezza. Applicare la sinalefe non è per nulla facile in italiano, dove c'è un gran cozzare di vocali e semivocali, e bisogna tener conto della posizione degli accenti in un verso.
RispondiEliminaLa sinalefe andrebbe applicata sempre, mentre la dialefe è un'eccezione. Poi ovviamente ci sono tantissimi casi, ma ho preferito parlare solo dei concetti chiave. Grazie per il commento.
EliminaIo di queste cose non ci capisco/ne so niente. Post affascinante!
RispondiEliminaOh, spero che dal post qualcosa tu abbia capito! Grazie.
EliminaNon mi ricordavo minimamente il nome, ma so che alcune sillabe si uniscono. A un certo punto avevo assorbito il ritmo, dimenticando la regola. Come al solito, grazie.
RispondiEliminaQuesto si chiama "interiorizzare la regola", bravo!
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