Come
vi avevo accennato ecco una nuova intervista per la rubrica Scrittori che si raccontano! Per la prima volta si tratta
di un libro di poesie: Cristalli di vita di Maria Todesco, una delle
blogger che seguo dal suo primissimo post e che in genere segue con grande entusiasmo
le mie folli iniziative.
Da
un po’ voglio darle la possibilità di parlare qui del suo libro, ma solo ora
trovo il tempo di regalarvi la sua intervista… tempi da bradipo, visto che il
libro è uscito già da un bel po’ di mesi.
Vediamo
una breve descrizione del libro scritta dall’autrice:
Una raccolta di poesie, sviluppatasi negli ultimi sei anni, riguardanti quelli che sono i temi che più mi hanno colpito e hanno spronato le mie parole a prendere una forma. È strutturata in settori: Amore, Tristezza, Riflessioni, Elementi, Varie e Dediche. Non vi è una struttura regolare nelle poesie, spaziando tra diversi generi e prediligendo la poesia libera.
Ora
però lascio a lei la parola: solo un autore sa come parlare al meglio del suo
libro!
Come ti è venuta l'idea di scrivere questo libro?
Maria: Cristalli di vita è una raccolta poetica che, in realtà, non
è nata come tale. Semplicemente, circa sette anni fa, mentre frequentavo le
scuole medie, ho cominciato a scrivere una poesia qui, una poesia lì, su quello
che mi passava per la testa, oppure pensando a poesie fatte in classe. Erano
uno sfogo, un bisogno, uno sfizio. Mi è sempre piaciuto scriverle, ma mai avevo
pensato di pubblicarle: il mio vero amore è rivolto alla prosa! Un paio d’anni
fa, però, mi è stato fatto presente
che esistono anche libri di poesia. Sicché ho riletto tutte le poesie che avevo
scritto (o per meglio dire, trascritto nel computer) scegliendone un numero
superiore a 50, com’era specificato in un bando per la selezione di manoscritti
di una casa editrice, e da lì a seguire è sorta la raccolta vera e propria, con
anche poesie aggiunte successivamente alla mia prima selezione.
Come lo riassumeresti in 5 parole?
Maria: È difficile riassumerlo in 5 parole, non avendo una trama o una
tematica unica. Forse potrei dire istinto, sfogo, parole, passione e vita.
Istinto perché è con quello che scrivo le mie poesie. È veramente raro che tra
di esse ce ne siano con strutture regolari, non mi piace sentirmi vincolata dal
numero di versi. Forse è solo pigrizia? Haha!
Sfogo perché, come detto sopra, erano e sono il mio sfogo, il mio modo per
liberarmi di pesi e pensieri, il mio diario istantaneo per stare meglio, per parlare con qualcuno senza parlare a nessuno.
Parole perché le poesie sono basate su di esse. Una poesia è armonia di
parole. Inoltre io ho un’adorazione profonda per le parole, per le sfumature
che possono contenere, sugli effetti che hanno sul nostro animo. Diciamo che
per me ogni parola è una sorta di poesia.
Passione perché, oltre all’istinto, è ciò che mi guida. Scrivo per passione,
che sia prosa o poesia, e questa raccolta è il primo frutto autentico della mia
passione. Come potrei non farci riferimento con questa parola?
Infine, vita perché fa parte della mia vita. Questa
parola, infatti, l’ho scelta anche nel titolo: sono poesie che formano il mio
passato e il mio presente, sono parole e riflessioni che hanno e influenzano il
mio esistere. Sono vita, per me.
Scegli una frase del tuo libro e spiega perché l'hai scelta.
Maria:
Perché in quel nero ci sono parole,
che sono interi sentimenti e,
nell’eterna unione degli opposti,
della carta e dell’inchiostro,
rivivono vite e momenti
indimenticabili anche alla mente!
In verità, è metà di una poesia. L’ho scelta perché credo fosse la più
esemplificativa del mio pensiero e dello stampo generale delle mie poesie. E in
qualsiasi caso, non saprei dire, per me, cosa più vera sullo scrivere, in ogni
sua forma.
Come hai trovato un editore?
Maria: Potrei dire tramite un colpo di fortuna. Le poesie le avevo preparate e
pensavo che avrei dovuto trovare qualcuno, dopo aver rinunciato due anni fa
presso una casa editrice a pagamento. Editori, in seguito, già ne avevo
cercati, ma è veramente difficile trovare sbocchi per la poesia. Nessuno di
loro mi rispose alla semplice e-mail informativa, dove mi presentavo e chiedevo
se e che genere di poesie pubblicavano (una casa editrice era religiosa!). Un
giorno, una ragazza di mia conoscenza mi disse che aveva trovato lavoro come
editor presso la Società Editrice Montecovello e, sapendo che scrivere mi
piace, mi informò che potevo pure mandarle qualcosa di mio da sottoporre a
giudizio. Ho preso la palla al balzo e, dopo essermi accertata che anche le
poesie rientrassero nel loro interesse editoriale, le ho mandate. Trovate buone
da lei, sono state inoltrate ai piani alti e ho ricevuto la proposta di pubblicazione.
Cosa rende il tuo libro speciale?
Maria: Ah, non saprei se dire speciale! Mi accontento che trovi il suo posto
in chi lo leggerà. Sono poesie, per cui alcune piaceranno (si suppone, ahah!) e
alcune no, ma spero che lascino qualcosa, diversamente da come potrebbe fare un
romanzo o un racconto. Forse speranza? Compagnia? Nemmeno io lo so bene. Io so
come mi sentivo quando scrivevo ciascuno di quei versi, quando pensavo quelle
parole, quando tentavo di rivolgermi alle persone per cui alcune sono state
scritte. Se devo dire qualcosa che secondo me lo potrebbe rendere speciale,
credo che sia l’essere un pezzo di anima donato a chi lo vuole ricevere, fosse
anch’egli un completo estraneo che, però, potrebbe a suo modo sentirsi…
consolato.
A che pubblico ti rivolgi?
Maria: Tutti. Uomini e donne, anziani e giovani. Sicuramente non sono adeguate
per l’infanzia, ma già dall’adolescenza si rientra nel target. Trovo sia più il
pubblico che si deve o meno rivolgere a me: leggere poesie è raro pure per me che le scrivo, figurarsi. Mi
rivolgo a chi ha piacere di sentire i pensieri senza pretese, che spero saranno
poi graditi, di un’altra persona; e trovo che l’età, il sesso ed eventuali
altri fattori incidano poco.
Hai già pubblicato altri libri?
Maria: No, è il primo.
Quali progetti letterari hai in mente per il futuro?
Maria: Non so nemmeno dire quanti, sono troppi! Si estendono in tutti i campi.
Se questa prima raccolta poetica andasse a buon fine, ho già le idee per altre
due, ma ora vorrei dare spazio alla prosa. Infatti, sempre nel corso degli
anni, ho cominciato svariati romanzi (fantasy), di cui due mi stanno
particolarmente a cuore e, entro la fine di quest’anno, spererei di arrivare a
buon punto con almeno uno di questi due. Ma sto già pensando ad altri romanzi,
di genere per me nuovo. Infine, non voglio tralasciare nemmeno le raccolte di
racconti, con le quali punterei a spaziare a loro volta: una vorrebbe essere
una semplice raccolta fantasy (sì, è il mio genere preferito), ma un’altra che
sto elaborando dovrebbe divenire una raccolta multi genere che segue una
tematica comune. Poi c’è sempre spazio per nuove idee, come un romanzo
epistolare, forse qualche futuro libro psicologico (se gli studi vanno a buon
fine), eccetera… Insomma, se il cielo vuole e la mia costanza aiuta (e se del
talento mi assiste), si vedrà di tutto e di più.
Brevemente cosa ne pensi dell'editoria tradizionale,
dell'EAP, del selfpublishing e del POD?
Maria: Devo dichiarare la mia ignoranza, premettendo che non ho ancora capito
la differenza tra Print on Demand e Self publishing. Posso accorciare la cosa
dichiarando che non sono mai rientrate nel mio interesse: se pubblico, voglio
farlo tramite un editore. Forse è solo una paranoia, ma mi dà più sicurezza.
Penso che pubblicare un libro per propria iniziativa si possa fare, ma nella
mia bassa autostima non mi dà certezza: chiunque potrebbe farlo se la scelta
dipende solo da sé stessi (e se hai i soldi per farlo), e ciò non dà un primo
riscontro di qualità, cosa che io
confido di trovare in un editore.
Posso quindi passare a parlare dell’editoria a pagamento: non mi piace.
Se me lo aveste chiesto due anni fa (tutto due anni fa, ahah!) avrei detto che
era comunque editoria e andava bene. Ma poi ho cominciato a rifletterci e… per
soldi ti potrebbero pubblicare tutto. Non dico che tutta l’editoria a pagamento
sia così, sono convinta che qualcuno che lo faccia in buona fede ci sia, solo che
magari è ai primi passi in un mondo di squali. Sarebbe comprensibile che
richieda un contributo. Qui potrebbe starci, però, un piccolo aneddoto. Queste
poesie, che ora hanno visto la luce, ricevettero proposta due anni fa da una
casa editrice a pagamento. Solo che quando dovetti trovarmi a decidere se
pagare sul serio 2000 euro per pubblicarle, mi risposi voglio che escano perché valgono, non
perché ho pagato per farlo.
Come si può capire, sono devota all’editoria tradizionale. Credo che di
furbi lì ce ne siano pochi: spendi per un esordiente solo se trovi che possa
valerne la pena. Poi certo non si può dire quale sia il livello minimo
concesso… Però mi dà fiducia. Cristalli di Vita è
uscito con una casa editrice tradizionale e la cosa mi ha colmato di gioia.
Anche se, ecco, visto il mio pensiero potrei cercare rifugio solo presso una casa editrice tradizionale!
Ops… era brevemente?
Quando per la prima volta hai pensato di voler fare lo
scrittore?
Maria: Credo di non averlo mai pensato. Risposta strana, lo so. Il punto è che
non ricordo una prima volta. Ricordo solo che alle elementari ho scritto la mia
prima poesia e ho cominciato e scritto, senza mai terminarli, dei primi
racconti (ad essere sinceri, due erano romanzi, sempre fantasy). Mi piaceva
leggere, mi piaceva fare italiano, mi piaceva guardare i film d’animazione.
Storia per storia, ho voluto scrivere anch’io. Poi la voglia è diventata pian
piano passione vera. Alle medie (miracolose medie!) ho deciso che dovevo
terminare almeno un racconto breve, per poi poter arrivare gradualmente alle
storie più lunghe. E se mi chiedevano qual era il mio sogno, la risposta era scrivere
un libro. Non ho mai pensato di voler
fare lo scrittore/la scrittrice. Semplicemente, volevo e voglio creare, e
scrivere è, forse da sempre, il mio mezzo preferito per farlo. Se voler
scrivere un libro coincide con voler fare lo scrittore, allora bene, da poco
dopo rispetto a quando ho imparato a leggere e scrivere.
Completa la frase. Per me scrivere è...
Maria: Ogni cosa. È dare voce ai pensieri. È creare, inventare. È vivere
infinite volte, è conoscere infinite persone. Mi dà compagnia, mi dà passione.
È esprimermi, sentirmi me stessa. Un bisogno e un sogno. È ciò che mi permette
di essere chi sono. Talvolta il bisogno di scrivere è talmente forte che sento
il cuore strapparsi nel mio petto e pure lo stesso atto dello scrivere fatica a
sanare quell’astinenza. Scrivere è essenziale.
Vuoi cogliere l'occasione per fare dei ringraziamenti
particolari?
Maria: Ringrazio la mia editor per avermi pensato, quando lo è diventata, e la
casa editrice per avermi accettato e aver rischiato su di me. Ringrazio inoltre
la mia migliore amica, da sempre la mia fan numero uno, che ancora un po’ e si
commuoveva più di me nel tenere in mano il libro, e il mio ragazzo, le due
persone che mi appoggiano sempre e comunque, che mi danno la fiducia che non
ho. Ringrazio chi ha comprato e chi comprerà il mio libro, perché solo pensarlo
mi fa battere più forte il cuore dall’emozione. Ringrazio i miei genitori, per
avermi dimostrato un appoggio che, sinceramente, non mi sarei mai aspettata. E
infine, in verità devo ringraziare anche un mio ex compagno di corso
dell’università, che due anni fa, dopo aver letto alcune mie poesie, fu il
primo a dirmi potresti pubblicarle,
facendomi rendere conto che non esiste solo la prosa.
Infine, però, ringrazio anche te, Romina, per avermi dato questo spazio
nel tuo blog. Grazie veramente.
Grazie
a te, Maria, per averci parlato del tuo libro di poesie e aver risposto alla
mia intervista.
A
chi fosse interessato all’acquisto
del libro, lascio il link alla pagina dedicata sul sito della casa editrice.
Se
avete domande, sono sicura che Maria risponderà volentieri!
Grazie mille a te, Romina!!! :3
RispondiEliminaIo non ho fatto niente! Grazie per l'intervista!
EliminaTitolo curioso... Chissà se la nostra autrice sa cosa sia effettivamente un cristallo...
RispondiEliminaMarco Lazzara
Io non mi lancio in nessuna divagazione scientifica sui cristalli: ne so poco e con il prof si teme sempre di far brutta figura! Però se Maria vuol provare...
EliminaOh, be', no. Non ho questa conoscenza approfondita. :D Se il prof vuole provare a spiegarmi... :)
EliminaL'ho scelto più per una sensazione a pelle. Insomma, l'idea che il cristallo mi dà.
Il primo stato di aggregazione della materia, lo stato solido, si divide in due categorie: i cristalli e gli amorfi. Un cristallo è uno stato solido estremamente ordinato (in Chimica l'ordine è una cosa molto importante) in cui è presente un motivo ricorrente (cella elementare) che si ripete uguale lungo tutta la struttura del solido. Un amorfo invece non presenta questo motivo, le molecole sono accatastate le una sulle altre un po' a casaccio.
EliminaPerchè questo sproloquio? Perchè io ci vedo un'assonanza con la poesia: l'ordine e la regolarità strutturale del cristallo sono specchio dell'ordine che si ritrova nella struttura di una poesia, in termini di numero di sillabe, di ritmica, di rime. Le parole non sono accatastate le une sulle altre in maniera amorfa. Basti pensare alla regolarità nella struttura di un sonetto (endecasillabi ABAB-ABAB-CDC-ECE).
Romina ama la fusione dei vari saperi e ho pensato che le facesse piacere osservare questo parellelismo.
M.L.
Interessante l'osservazione di Anonimo.
Elimina@Maria: Abbiamo lasciato la parola al prof!
Elimina@Marco: Conoscevo la distinzione tra cristalli e amorfo, ma tu l'hai spiegata meglio di quanto potessi fare io. Il parallelismo mi è piaciuto tantissimo, porti sempre interessantissimi spunti!
@Lucia: Sono d'accordo!
Oh, molto bella la tua spiegazione! Allora purtroppo le mie poesie sono molto poco cristalli, ma decisamente più amorfi.
EliminaPerò "Amorfi di vita" non era il massimo come titolo... meglio "Cristalli di vita"!
EliminaHahaha, Romina, mi hai fatto morire! :D
EliminaSono d'accordo. In ogni caso il saccarosio (il comune zucchero da tavola) non cristallizza, è invece un solido amorfo, per cui non tutti gli amorfi sono poi così terribili.
EliminaMarco
@Maria: No, no, ti voglio viva, eh!
Elimina@Marco: Oh, a me piacciono gli amorfi! Era solo come termine per un titolo che non mi convinceva!
Speriamo sia così anche per le mie poesie, Marco. ;)
EliminaAuguri Maria. La poesia e' vita e saperla trovare nelle cose che ci circondano, nel niente, nella quotidianità, dentro un vasetto di marmellata alle prugne, e' un gran dono. Custodiscilo. Auguri a Romina, ogni giorno più brava.
RispondiEliminaRaffaella
Grazie mille Raffaella!
EliminaSpero proprio di riuscirci, a custodirla. E be', ora cercherò la poesia anche nel vasetto di marmellata alle prugne. ;) :)
@Raffaella: Io credo che la poesia stia proprio nelle cose più piccole, quindi condivido pienamente il tuo pensiero (a parte l'ultima frase! Ahahah!).
Elimina@Maria: Ce la farai, ce la farai!
In bocca al lupo, con i tuoi cristalli! Purtroppo in questo secolo non c'è un grande interesse per la poesia, è un vero peccato.
RispondiEliminaGià, un vero peccato.
EliminaOh, grazie Salomon! Speriamo il lupo mi protegga come sempre. ;)
EliminaComunque è vero, come ho dichiarato nemmeno io ne sono una grande appassionata... Ma trovo che talvolta ci stia. :)
Sì, ci sta, ci sta!
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