I primi documenti scritti
in italiano.
Continua oggi il nostro viaggio nella storia dell’italiano.
Nel primo appuntamento della rubrica vi ho parlato del latino
volgare, che è il vero progenitore dell’italiano. In questo post invece vi
parlerò dei documenti che segnano il
passaggio tra il latino volgare e l’italiano. Un confine sottile e
spesso difficile da definire, anche perché ci sono pochi testi scritti.
Il graffito della
catacomba di Comodilla
Siamo nel VII
secolo d.C., più o meno, e a Roma,
nella catacomba di Comodilla viene fatto un graffito che i linguisti
studieranno molto tempo dopo con grande attenzione. Nelle due immagini potete vedere il graffito così com’era (una ventina di anni fa è andato distrutto per
colpa di alcuni vandali) e una trascrizione che rende più evidente il testo.
ILLE
SECRITA
ABBOCE
Il testo di per
sé non è di particolare rilevanza. Si tratta di un’iscrizione per il
sacerdote che celebrava nelle catacombe che significa non dire le cose segrete a voce alta. Una norma rituale che prevede che una parte della celebrazione
venga recitata dal prete a bassa voce in modo che non sia udita dai fedeli.
Ciò che rende il testo interessante non è il contenuto ma
è il fatto che è difficile dire se sia
scritto in latino o italiano, in realtà è un po’ un mix.
Sembra un testo
latino a tutti gli effetti, ma ci sono alcuni tratti dell’italiano, per esempio:
L’utilizzo del non + infinito.
Il betacismo
(che in parole povere è la sostituzione della b a una v).
La cosa più importante però è la b scritta in piccolo
vicino all’altra b. Lo
scrivente deve averla aggiunta dopo, probabilmente per indicare un fenomeno che
poi è diventato tipico dell’italiano, cioè il raddoppiamento sintattico. Nel passaggio dal latino al
volgare infatti molti nessi consonantici di difficile pronuncia si sono
semplificati raddoppiando una delle due consonanti del nesso (per esempio da octo a otto), nel fenomeno noto come assimilazione
consonantica. In questo caso ad vocem
è diventato abboce: il nesso
consonantico dv è stato semplificato,
la d è caduta intensificando la
v che poi si è trasformata in b (per il betacismo).
Il fatto che lo scrivente segnali questo fenomeno, rende
evidente che era consapevole di un
cambiamento in atto. Si tratta però di elementi troppo piccoli per
poter parlare di primo testo volgare.
Il Placito
Capuano
Il primo documento riconosciuto come testo in volgare
italiano risale a molto tempo dopo il graffito di cui ho parlato prima. Si tratta
del Placito Capuano.
Mentre altre lingue europee hanno avuto origini sancite
da documenti importantissimi (si pensi ai Giuramenti di Strasburgo per quanto
riguarda francese e tedesco), sorte ben più umile toccò alla nostra
meravigliosa lingua.
Il Placito Capuano è infatti un banale documento notarile (placito) conservato a Capua.
Riguarda una contesa che termina con l’usucapione
di un terreno da parte dell’abazia di Montecassino.
Nel testo si trova una frase divenuta celebre proprio per
essere la prima in volgare italiano
mai scritta.
Sao
ko kelle terre per kelle fiui que ki kontene, trenta anni le possete parte
Sancti Benedicti
Si coglie immediatamente che non si tratta di latino, ma
ciò basta per dire che è volgare italiano?
La cosa interessante è che sulla pergamena del placito la maggior parte del testo è scritta in
perfetto latino medievale. Evidentemente il notaio conosceva il latino
e sceglie volontariamente di scrivere una parte in una lingua diversa e questa
è la prova schiacciante che siamo di
fronte a una nuova lingua. Non si tratta di un tizio che scriveva male
in latino o non aveva studiato, ma della precisa volontà di scrivere una parte
in una lingua differente (lo scopo era probabilmente farsi capire dalle persone
non acculturate).
Qualche rimasuglio latino c’è (per esempio la grafia non
assimilata in Sancti benedicti), però
il portato innovativo è grande (c’è perfino una dislocazione
a sinistra!).
E dopo il primo
testo?
Una volta trovato il primo testo, si può cominciare a
parlare di vere e proprie letterature.
Nel prossimo post della rubrica vi porto un po’ in Sicilia e poi si va dritti in
Toscana a parlar di nomi che di certo vi saran già noti!
Mi rendo conto che sono argomenti complessi e non so se
riesco a essere chiara, però a me piacciono davvero tanto e spero di
trasmettervi un po’ della mia passione per il tema!
Hanno parlato di questo articolo:
Hanno parlato di questo articolo:
Bellissimo argomento. Ricordo il Placito Capuano, l'avevamo visto a scuola. Cosa ne dici dell'uso della "k"? :D
RispondiElimina(Psst... Strasburgo...)
Sono lieta che l'argomento non piaccia solo a me!
EliminaL'uso delle "k" qui è un tratto locale, ancora oggi in molti dialetti del centro e sud Italia si dice "kille, kiste" per indicare "quelle, queste".
(Pss... ma sono proprio svampita, eh! Grazie!).
Accidenti! e il mio amato indovinello veronese?
RispondiEliminaSe pareba boves,
alba pratàlia aràba
et albo versòrio teneba,
et negro sèmen seminaba
.. a me particolarmente caro anche perché la soluzione dell'indovinello è.. indovina indovina ;)
EliminaCredo sia in veronese e non in italiano, però se me lo traduci prova a risolverlo! Credo di averlo capito quasi tutto, ma alcune parole mi sfuggono.
EliminaA me invece ricorda decisamente il latino. O_O buoi, qualcosa di bianco e semi neri, ma non conosco tutte le parole... :D
Elimina@Maria: Sì, anch'io ho capito alcune parole, ma...
Elimina@Carlo: Aiuto!
@Carlo: spingeva innanzi i buoi,arava bianchi prati, teneva un bianco aratro, seminava un nero seme. Ti rendiamo grazie onnipotente sempiterno dio :)
EliminaBenvenuto sul blog!
EliminaImmagino questa sia la traduzione con conseguente soluzione? Bravo.
Sono arrivata un po' in ritardo, ma è decisamente bello! Come hai fatto a scoprire del graffito!?
RispondiEliminaCorso di linguistica italiana all'università! La storia dell'italiano l'ho imparata lì, graffito compreso!
EliminaBellissimo, veramente! Bella la tua università. :)
EliminaLo penso anch'io... ma ti assicuro che il corso di linguistica è tra i preferiti di pochissime persone (e io ovviamente sono tra quelle!).
EliminaBe', i gusti son gusti! ;) :)
EliminaSì, sì, ovvio!
EliminaAnche questa seonda parte è stata molto interessante.
RispondiEliminaE poi per il Placito Capuano posso tollerare anche l'uso della k in italiano :).
L'uso delle "k" in italiano mi è difficile da tollerare, però è vero che il Placito Capuano aiuta un po'...
EliminaSono andata a recuperarmi anche la prima parte, mi piace questa rubrica! Attendo il prossimo capitolo (sempre che tu non l'abbia già pubblicato e io me lo sia persa, ho un po' di post in arretrato, sigh!)
RispondiEliminaLieta che ti piaccia! Il prossimo capitolo uscirà il 30 agosto, non ti sei persa nulla, tranquilla! Grazie.
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