L'Accademia della Crusca e
un po' di questione secentesche
Ora facciamo un altro passo in avanti per analizzare
alcune questioni del Seicento e
assistere alla nascita dell'Accademia della Crusca.
L'Accademia della
Crusca
Con il prevalere della posizione di Bembo nel dibattito
sulla lingua letteraria, inizia anche una grande
attenzione per la conservazione della lingua e la sua purezza. Proprio
in questo clima nasce L'Accademia
della Crusca (nella seconda metà del Cinquecento), molto attenta ai
testi del Trecento.
Nasce il primo
vocabolario dell'italiano (e uno dei primi vocabolari europei),
pubblicato a Venezia nel 1612,
che censura materiale osceno (come
molte parti del Decameron di
Boccaccio) ma anche la letteratura
contemporanea (privilegiando autori arcaici o i contemporanei che li
hanno presi come modelli). Il difetto di tale vocabolario è proprio la fissazione arcaizzante, cioè il
preferire la lingua di ieri (cioè
quella di tre secoli prima) rispetto a quella di oggi.
Ariosto e Tasso:
due casi a confronto
Nel primo vocabolario della Crusca si trovano citazioni di Ludovico Ariosto
(1474-1533) ma non di Torquato Tasso
(1544-1595) proprio per questo motivo.
Ariosto è molto
più propenso a seguire il modello di Bembo e ne è stato profondamente
influenzato. Ciò è evidente confrontando le tre edizioni de L'Orlando
furioso (1516, 1521,
1532). Nella terza, successiva alle Prose
della volgar lingua di Bembo, si
assiste alla scomparsa di elementi
settentrionali e che si rifacevano linguisticamente a L'Orlando innamorato di Boiardo. Una lunga serie di correzioni linguistiche
è spiegabile solo con la lettura diretta di Bembo che fornisce un esempio e delle regole.
Completamente diversa è la sorte di Tasso, che ha un rapporto difficile con le autorità e viene
perfino rinchiuso in una clinica psichiatrica. È ossessionato dal'autorità soprattutto religiosa, ma allo stesso
tempo sente il bisogno di rompere le regole. Non finirà mai La Gerusalemme
liberata nel terrore di essere considerato eretico e la riscrive,
creando La Gerusalemme conquistata: un testo molto meno
interessante sul piano narrativo ma più conforme alle norme religiose. Nonostante questa pesante autocensura,
Tasso non accetta mai limiti nell'uso
della lingua e porta avanti la sua politica decisamente non filotoscana
e contraria alla tesi di Bembo. Questo ovviamente è all'origine della sua esclusione dagli autori citati nel vocabolario
della Crusca (per le prime due edizioni). I cruscanti infatti non
vedono di buon occhio la sua ricerca di parole difficili e latinismi.
Il lessico
scientifico
La terza
edizione del vocabolario della Crusca (oltre ad accogliere finalmente
Tasso) è composta da ben tre volumi
(e non uno) e inserisce per la prima volta il lessico scientifico. Nel Seicento infatti pian piano il volgare si fa spazio anche come
lingua della scienza.
Il primo grande scienziato che si esprime in volgare è Galileo Galilei. Anche se i suoi
primi testi sono in latino, poi passa al volgare rivendicando la sua scelta
volta alla maggior divulgazione delle sue idee. Forse se il suo Dialogo
sopra i massimi sistemi non
fosse stato scritto in italiano ma in latino non avrebbe fatto tanta paura alla
Chiesa.
Una lingua scritta
Tra Cinquecento e Seicento si assiste alla nascita del
lessico scientifico e a un'evoluzione della sintassi, ma dal punto di vista
morfologico (la forma delle parole) l'italiano
cambia poco. Si tratta ancora infatti di una lingua sostanzialmente scritta (quindi meno soggetta alle
modifiche dettate dall'uso). Nella lingua parlata continuano a sussistere le varietà locali e ciò andrà
avanti ancora per qualche secolo.
Nella prossima
puntata…
Nel prossimo appuntamento, che credo sarà l'ultimo (salvo
imprevisti), vi presenterò il delicato passaggio
che va dall'unificazione territoriale dell'Italia all'unificazione linguistica
con la nascita vera e propria dell'italiano come lingua comune.
P.S. Per chi non lo sapesse L'Accademia della Crusca esiste ancora e ha un bellissimo sito in cui si trova materiale davvero interessante.
Hanno parlato di questo articolo:
Tasso tutta la vita, anche se era un po' pazzo. Anzi, forse anche e soprattutto per questo motivo! :)
RispondiEliminaTi piacciono i pazzi, eh! Adesso capisco perché mi rivolgi ancora la parola... ah!
EliminaI dibattiti sulla lingua sono sempre i più interessanti :D Devo ammettere di preferire anche io Tasso, a livello poetico e narrativo (ma è una preferenza del tutto soggettiva, non potrei mai scegliere sul serio uno dei due).
RispondiEliminaL'Accademia della Crusca ha anche una meravigliosa sede, nei pressi di Firenze, che ho avuto la fortuna di visitare circa due anni fa. Davvero un bel post, trasuda letteratura da tutti i pori!
Oh, io la sede l'ho vista solo in foto, magari un giorno ci potrò passare anch'io! Grazie per il commento.
Elimina