Vi
ricordate quando vi
ho detto che sarei andata al BookPride Milano il 28 marzo 2015?
«Non so bene di che si
tratti, né cosa ci sia, né cosa ci vado a fare, però c'è un po' di gente che
conosco da andare a trovare e qualche nuova conoscenza da fare tra i blogger».
Vi
ho detto anche che non avrei avuto
una parte attiva e tante altre cose che… niente, ora mi ritrovo a
scrivere un post con il resoconto dell'evento che però è diventato in un certo
senso anche un episodio che mi ha
vista un po' più attiva del previsto.
Ma
andiamo con ordine. E partiamo dall'inizio.
Sinceramente,
io non avevo molta voglia di andare
al BookPride, perché alla fine queste fiere tendono a essere un po'
tutte uguali e io, che non ho il problema cha hanno in tanti dell'acquisto
compulsivo di libri, non ne sento poi così tanto il fascino, però mi sono lasciata convincere da Salomon Xeno, con la scusa che avremmo
potuto incontrare un po' di blogger che entrambi conosciamo.
Siamo arrivati, abbiamo
dato un'occhiata a tutti gli stand e abbiamo visto un po' di gente, poi siamo
tornati a casa. Il riassunto sarebbe potuto essere
questo, se non fosse stato che…
Sto
di nuovo perdendo il filo.
Con
calma.
Qualche saluto!
Voglio
fare un caro saluto a tutti i blogger
e/o scrittori incontrato in quella sede: Renato (che in passato ha partecipato con me a Destinazione
luna e Reading
by ebook), Ottavio
(anche lui conosciuto in quelle occasioni e autore di Un
fiore per Kylie che ho recensito sul blog),
Camilla (del blog Bibliomania), Valentina (del blog Peek a
book), Maria (del
blog Scratchbook),
Simona e TOM (del blog The Obsidian Mirror).
Se
mi sono dimenticata qualcuno, chiedo scusa.
In
tutti i casi purtroppo si è potuto
chiacchierare poco e questo mi è dispiaciuto, però è stato comunque
bello rivedere o incontrare per la prima volta tutta questa bella gente.
Gli
incontri tra blogger, però, sono una delle costanti di questo tipo di eventi.
Ora voglio invece parlarvi di ciò che
ha reso davvero particolare questa giornata.
Un aneddoto divertente
Io
e Salomon Xeno stavamo quasi per andare via, quando, passando davanti a uno
stand, ho notato un libro che avevo già visto qualche ora prima: La strage dei congiuntivi di Massimo Roscia (edizione Exòrma). Non avendo
acquistato niente, stavo valutando di comprare quel libro che per
ben due volte è stato capace di attirare la mia attenzione. Nel frattempo, l'autore
presente allo stand stava avvisando una collega che doveva salire al piano superiore
per la presentazione
del libro, che stava per cominciare. Così ho pensato: «Perché acquistare il libro ora, se prima
posso ascoltare la presentazione e saperne di più?».
Nonostante
la stanchezza della giornata, ho
deciso di ascoltare la presentazione e ho convinto anche Salomon
Xeno. Siamo andati a prendere l'ascensore. Io sono salita e lui invece è stato
trattenuto giù da una degli addetti. Convinta che fosse una questione di limiti
di sicurezza dell'ascensore e che avrebbe dunque preso il successivo, lo stavo
aspettando al piano superiore, quando un suo messaggio mi ha avvisata del fatto
che, a causa della sala già piena,
non l'avrebbero lasciato salire. Le persone normali forse sarebbero
semplicemente scese e andate via o rimaste lì da sole, ma io volevo capire dove
fosse questa sala tanto piena.
Così
ho chiesto a un addetto dove si trovasse la sala per la presentazione del libro
di Massimo Roscia (visto che c'erano più sale) e ho sbirciato: in effetti era
proprio piena.
Ho
allora spiegato all'addetto che io dovevo
scendere perché ero rimasta separata dal mio gruppo [Non so perché ho parlato di gruppo, ancora non ne ho la più pallida idea…]
«Ah,
capisco... di quante persone?» mi ha chiesto l'altra addetta.
«Una
sola in realtà, comunque ora scendo, se è possibile. Grazie».
«Ma
no, andiamo a prenderla, dai, per una persona in più… però vi toccherà stare in
piedi».
Ho annuito,
ringraziato e sorriso.
Io
e la gentilissima addetta del Book Pride siamo scese in ascensore e lei ha
spiegato a quella che stava impedendo ad altra gente di salire che invece quel
ragazzo poteva. Insomma, dopo la mia intercessione (ahaha!) è stato ammesso
ai piani alti! E mi dispiace
non essere in grado di descrivervi la divertentissima faccia di Salomon Xeno
quando, senza sapere nulla di ciò che era successo di sopra, si è visto
additare e prelevare dicendo: «Ecco,
lui».
Insomma,
modalità
faccia tosta attivata, anche se ci tengo a specificare che non era mia intenzione e non mi sarei nemmeno
permessa di chiederlo, ma ho accettato subito la gentile proposta.
L'intera
scena è stata decisamente buffa e quindi ho deciso di raccontarvi questo aneddoto divertente, ma… no, non mi sono limitata a questo!
Alzare la mano… far sentire la voce
Dato
che finalmente avevamo avuto accesso alla sala, ci siamo seduti in fondo, per
terra, ad ascoltare la presentazione. Massimo
Roscia, attraverso la moderazione frizzante e allegra della giornalista
Giusy Cascio, ha parlato un
po' del suo libro, ma soprattutto dei continui
attacchi a cui viene sottoposta la nostra bellissima lingua italiana.
L'ha fatto con un'ironia e un brio che mi hanno davvero coinvolta e divertita,
pur nella tragedia di ciò che sta avvenendo, ovviamente. Inoltre è stato bello
vedere che tra i suoi esempi c'erano moltissimi
dei temi su cui io ho scritto post qui sul blog nella rubrica
Errori da evitare. È stato un po'
come sentirmi partecipe della sua
stessa battaglia.
E
poi è successo. Non so ancora come né perché, ma è successo.
Foto di Salomon Xeno |
«Ora leggeremo un pezzo
del libro… qualcuno ha voglia di leggere?».
Senza
sapere bene cosa stessi facendo, ho alzato la mano.
Mi
sono poi subito voltata verso Salomon Xeno che era abbastanza perplesso. Gli ho sorriso come a dire, tranquillo, so quello che sto facendo»,
mentre dentro di me stavo realizzando che avevo appena fatto una stupidaggine! Una cosa è preparare un reading a casa
con calma, con i miei begli appunti di dizione, le mie penne colorate e
le mie prove, un'altra cosa è
prendere in mano un testo mai visto e leggerlo senza preparazione alcuna
davanti a un pubblico! Ma, come dico spesso, mi piace improvvisare, no?
Foto di Salomon Xeno |
Ho
preso il libro che mi hanno dato in mano e
ho letto il brano che mi avevano indicato, dedicato alla scritta qual
è e alla gioia che
si può provare trovandola scritta correttamente senza apostrofo.
Ovviamente non è stata
la migliore perfomance della mia vita (altrimenti
smetterei di fare prove e analizzare i testi nel dettaglio per i miei reading,
ahaha!), però sono abbastanza
soddisfatta del risultato.
Massimo
Roscia si è complimentato e io, in un altro eccesso di faccia
tosta, ho risposto: «Sto provando
a farlo di lavoro, grazie».
Mi
dispiace non avere il video da mostrarvi, però ho qualche foto che Salomon Xeno è riuscito a scattare con il cellulare dopo essersi ripreso dallo
shock. E alcune le ho trovate su Fb. Ho scelto queste tre (purtroppo sono consapevole di non essere fotogenica).
Foto dalla pagina FB di Massimo Roscia |
Dopo
la lettura mi sono seduta di nuovo per terra al mio posto e ho seguito il resto
della presentazione (che è stata bellissima!), poi ho comprato il libro (che spero di leggere presto!) e me lo sono fatto autografare.
L'autore
mi ha chiesto di lasciargli i miei contatti in caso avesse avuto bisogno in
futuro di una lettrice e questa cosa
ha gettato un po' di luce in questo periodo non facile dal punto di vista
professionale.
Già
tempo fa vi dicevo che avrei avuto
più faccia tosta, che avrei creduto nella possibilità di realizzare questo
mio sogno e che con
l'apertura della partita IVA avrei dovuto osare ancora di più per cercare di far sentire la mia voce…
bene, in questo caso l'ho fatto e mi andava di raccontarvelo.
Questo
è il resoconto della mia giornata al Book Pride che è diventato, almeno in
piccola parte, una mia lettura teatrale, anche se del tutto inaspettata!
Hanno parlato di questo articolo:
- La blogosfera condivide - aprile 2015
- Book Pride + "Tessere di un puzzle per ricordare Alessia" con mia lettura teatrale di "Fibromialgia: Fa Male"
Un peccato che non ci sia un video, ma, appunto, non era organizzato... anche se lo sembrava!
RispondiEliminaDavvero un bel colpo da "faccia tosta". ;)
Visto che io sono imprevedibile... d'ora in poi girerò con la videocamera in borsa!
EliminaBrava, è pur sempre un'esperienza!
RispondiEliminaE poi si dice che la fortuna aiuti gli audaci, e tu lo sei stata :)
Ultimamente sto cercando di fare più esperienza possibile. Speriamo che la fortuna alla fine si accorga della mia audacia! Ahah!
EliminaWow, sono commossa! Un Book Pride di cui essere orgogliosa... ok, pessima battuta ;)
RispondiEliminaAhaha! Grazie!
EliminaRicordo un'intervista che ho letto una volta in cui l'intervistatore chiedeva a un riccone come avesse fatto a saltare sempre al momento giusto per cogliere al volo le occasioni.
RispondiEliminaLa risposta del riccone era questa: "Saltavo sempre e comunque, anche quando all'apparenza non c'era nessuna occasione".
Tu sei saltata e sarà il tempo a dire se era o no un'occasione ;)
P.S: Secondo me sei pure fotogenica...
Io sto saltando molto ultimamente... spero di trovare qualche occasione. Il rischio di ogni salto è cadere e farsi male, ma è necessario correrlo.
EliminaComplimenti! :D
RispondiEliminaSo perfettamente che ci vuole un bel fegato a mettersi 'in vista' senza nessuna premeditazione!
Come dico sempre, il confine tra coraggio e incoscienza è molto sottile! Comunque grazie!
EliminaBrava Romina! Ammiro il tuo coraggio e spero che qualcuno ti offra ciò che desideri.
RispondiEliminaBenvenuta sul mio blog, Verdiana! È un piacere vederti qui tra le mie pagine!
EliminaGrazie mille per il commento!
Nella vita bisogna anche sapersi buttare. Bisogna fare come Martino Testadura della favola di Gianni Rodari.
RispondiEliminaSì, bisogna proprio fare così!
EliminaComplimenti! Hai un gran pelo sullo stomaco! Ovviamente in senso figurato...
RispondiEliminaGrazie! Hai visto cosa ti sei perso?
EliminaP.S. Ma puoi esserne certo? Hai mai visto il mio stomaco? Ahahah!
Ah beh, per quel che ne so potrebbe anche essere....
EliminaVolevo gettare un alone di mistero... ahah. Ok, mi zittisco da sola.
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