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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

martedì 27 dicembre 2011

"Il sogno del monaco": esercizio di scrittura - 10 parole nuove da usare - dicembre 2011

Questo è il mio quarto post dedicato al “decanomio fantastico”, realizzato sfruttando le “10 parole nuove da usare” pubblicate ogni mese su "Penna blu" il penultimo giovedì del mese.
Le parole che hanno dato spunto al testo sono quelle sottolineate e scritte in blu e al link qui sopra potete trovare una breve definizione per ognuna.

Questo è il mio testo, abbastanza breve per i miei standard (circa 2100 battute), soprattutto considerando che la prima versione era di poche frasi, poi ho pensato di ampliarla per dare più senso alla vicenda.
Spero vi piaccia!



Il sogno del monaco
Non riusciva a capire come fosse potuto succedere. Un momento prima era un monaco obbediente e rispettabile e un momento dopo, gli obedientari l’avevano cacciato dall’abazia con ben poche spiegazioni. Nella notte, un vandalo aveva danneggiato due lesene omotetiche infierendo con particolare furore contro i plinti che erano stati decorati secoli prima dal santo patrono dell’abazia ed erano perciò considerati preziosi come reliquie. Perché poi avessero accusato lui di quel terribile misfatto era un mistero, ma del resto il monaco aveva da molto il sospetto che stessero cercando una scusa per farlo sparire, perché era uno spirito troppo libero per piegarsi alle regole della vita di clausura. Sì, quella doveva essere stata l’occasione perfetta per toglierlo di mezzo definitivamente e senza far pesare lo scandalo sull’ordine. Lui era innocente, ma non aveva sentito il bisogno di ribellarsi, anzi, se ne era andato sereno come un neonato attaccato al seno della madre.
In quel momento, però, stava vagando senza meta. Nelle sue tasche c’erano solo un farthing e qualche pedina del gioco del merels ormai in disuso da secoli antichi. Erano relitti del passato, un insieme di coriandoli di storia senza più senso, ricordi della sua infanzia finita troppo presto. Si sentiva come un membro di aplogruppo che scopre di non essere più ciò che per tutta la vita aveva creduto di essere. Si vedeva come un attore arrivato sul boccascena con tutto il suo coté carico di premesse e promesse subito dopo che il regista gli aveva cambiato tutto il copione: non aveva più un ruolo, non aveva più un senso per vivere. Fin da quando aveva quattro anni, sapeva che avrebbe fatto il monaco e per tutta la vita aveva fatto solo quello nel chiuso di un monastero. In quel momento, invece, era libero e un misto di paura e soddisfazione lo avvolgeva.  Non gli restava che tornare nella sua terra nativa e rivendicare un antico diritto di enfiteusi su un terreno che era stato di suo padre e prima ancora di suo nonno. Forse poteva ricominciare da capo, forse poteva prendere in mano le redini della sua storia e cambiare rotta. Nella sua mente confusa, ormai viveva solo il sogno di una casa, di una moglie, di un pargolo al quale insegnare antichi giochi dimenticati e mille possibilità per un futuro che solo lui potrà scegliere.
Allora? Che ne dite? Spero vi sia piaciuto! Se altri hanno fatto l’esercizio, basta dirlo e aggiungo qui il vostro link… ora vi saluto, ma a breve ci sarà una sorpresa!

Se poi vi siete persi alcuni dei miei precedenti esercizi, qui trovate i link:


8 commenti:

  1. Brava, è bello, migliore del mio che è una miscela di generi e tempi :)

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  2. @Daniele: Troppo buono, ma non dire così: non ci credo! Grazie per il commento!

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  3. Mi sento come quando rileggendo "Lo Hobbit" ho incontrato il verbo "allignare" che da giovane avevo sicuramente saltato.
    Trovo che "aplogruppo" abbia un suono detestabile in qualsiasi contesto!
    Molto bella l'immagine dei coriandoli.

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  4. @Salomon Xeno: Io ho letto "Lo Hobbit" questa estate per la prima volta e credo di aver saltato "allignare"...
    "Aplogruppo" mi ha dato non pochi problemi, te lo confesso, e la frase è un po' tirata per i capelli!
    Grazie per il commento!

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  5. Ai miei tempi (quando inizi a dire così ti senti vecchio) c'era l'edizione Adelphi. In seguito hanno ristampato tutte le opere di Tolkien per la Bompiani (mi pare) con una revisione del testo a cura della società tolkieniana (?) italiana. E quindi mi sa che ti sei persa altre scelte interessanti, come i Troll che diventano "Uomini Neri" e così via.

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  6. @Salomon Xeno: I tuoi tempi non credo siano poi così lontani dai miei... comunque anch'io ho letto l'edizione Adelphi e si parlava già di "Uomini Neri" se non sbaglio... ma non ti fidare: ultimamente sono davvero poco attendibile!

    P.S. Sai quale è la mia espressione da vecchia? "I giovani d'oggi...".

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  7. @Romina: In questo mi batti, non mi viene da dire "i giovani d'oggi"!

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  8. @Salomon Xeno: Eh... sarà l'età!

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