«Com’eri vestita?».
«Che ci facevi lì a quell’ora da sola?».
«Ma non potevi stare a casa tua?».
«Perché non trovi un uomo che ti protegga?»
«Ma non è che l’hai voluto tu e ora ti lamenti per
fare la vittima?».
«Che cosa pretendi di ottenere da quel poverino ora,
dopo che ci sei stata?».
«Forse non vuoi sembrare una facile e ti sei inventata
questa cosa dello stupro?».
«Non è che alla fine ti è pure piaciuto?».
«L’hai fatto per la carriera e ora vorresti pure dei
risarcimenti inventandoti storie?».
«Sei sicura di non averlo voluto?».
Benvenuti nel 1920! Ehm, 2020, ma poco cambia.
Se hai mai pensato una volta nella tua una
frase del genere, ti prego, fermati un secondo a leggere queste parole.
Sembrerà il solito discorso (e lo è!) ma evidentemente ce n’è ancora un
drammatico bisogno. Questa volta il mio post per la festa delle donne è
prevalentemente dedicato agli uomini.
La violenza sulle donne è come una
piramide: la punta è il femminicidio, ma ci sono
tutta un’altra e lunga serie di forme di violenza, alcune delle quali non fanno
minimamente notizia. Se pensi che un commento volgare fatto a una ragazza che
passa, un fischio, una mano sul sedere non siano niente in confronto a
femminicidio e stupro, ti sbagli. Certo, non hanno la stessa gravità, ma
non sono niente. Hai idea di come ci si sente dopo che qualcuno
ti ha fischiato o fatto un complimento volgare per strada? A volte prevale lo
schifo, il disgusto, altre la vergogna, il sentirsi sporche, violate nella
nostra libertà di camminare in quella strada, in quel momento. E non bisogna
essere delle dive o delle modelle, penso che almeno una volta nella vita sia
successo a tutte. E non per questo mi fa meno arrabbiare il pensarlo, anzi, mi
fa arrabbiare di più.
Se ascoltate attentamente le storie delle donne, con
cuore aperto e sincero (non con il solo scopo di portarvele a letto), forse vi
racconteranno cosa hanno subito e pian piano vi accorgerete che la
violenza di genere è qualcosa che TUTTE hanno vissuto.
Alcune vi racconteranno di piccole molestie in luoghi
pubblici, o di insulti ricevuti per strada, o di colleghi maschi che hanno fatto
carriera mentre loro non hanno potuto. Altre, ma dovrete stare molto ad
ascoltarle e meritarvi la loro fiducia, vi racconteranno violenze peggiori: di
quel parente un po’ viscido che le metteva a disagio da bambina, di quello che
magari le ha pure violentate, di quell’ex fidanzato che le ha picchiate o
insultate più volte, di tizi incontrati per caso, che le hanno cambiate per
sempre. Qualcuna vi mostrerà un livido o una vecchia fotografia, qualcuna
resterà in silenzio del tutto, incapace persino di parlarne.
Spesso, quasi sempre, sono persone che non
hanno denunciato nulla, che si sono nascoste in un misto di
senso di colpa e vergogna che è causato proprio dal dilagare delle domande con
cui ho iniziato il mio articolo.
Sarebbe meglio lavorare sulle cose piccole, perché è
la base della piramide che va cambiata per poterne cambiare la cima, ma… io
oggi ho deciso di parlarvi di qualcosa che è ai primi livelli di quella
dannatissima piramide: lo stupro.
Avete mai parlato con una donna che ha
subito uno stupro? Se la risposta è
sì, probabilmente non vi serve leggere questo articolo: le sue parole (quando
ne avrete guadagnato la fiducia) varranno più di qualsiasi testo che potrete
mai leggere in vita vostra.
Se la risposta è no o avete la delicatezza di un
rinoceronte in una fabbrica di ceramiche e fareste solo danni in un dialogo
così delicato, vi consiglio di vedere Unbelievable su Netflix.
[ATTENZIONE: il post contiene alcuni piccoli spoiler e persino qualche
informazione sul finale che però non dovrebbe rovinarvi la visione. Se siete
intolleranti agli spoiler, prima vedete la serie e poi venite a leggere perché
ve l’ho consigliata]
La miniserie parla di una serie di stupri gemelli
che due bravissime detective cercano di ricondurre a un unico stupratore
seriale che conosce bene come lavora la polizia e sa bene come farla franca,
occultando prove e materiale genetico.
Vi consiglio questa serie perché fa capire (in
piccola parte) come può essere la vita della vittima dopo uno stupro,
come si trovi costretta a cambiare abitudini per sentirsi al sicuro, come
rimanga spaventata al punto di non riuscire più a dormire… ma non solo per
questo.
Unbelievable
mostra anche tutto ciò che c’è dietro: come viene
trattata una donna vittima di stupro dalle autorità?, quanto è semplice
metterla in crisi con interrogatori senza fine?, quanto è più facile archiviare
il caso per vie traverse piuttosto che mettersi a indagare davvero? Del
resto lo stupro è considerato un reato minore. Lo so, agghiacciante, ma
per la polizia spesso è così (al punto da non compilare nemmeno con cura ogni
parte di un verbale). Come si può considerare minore qualcosa che
stravolge per sempre la vita di qualcuno?
Il titolo Unbelievable
si rifà proprio a una delle ragazze vittime di stupro che viene
costretta a ripetere mille volte l’accaduto e che, a causa di discordanze tra
le sue testimonianze e soprattutto del suo passato difficile viene
spinta a ritrattare la denuncia e dire che si è inventata tutto. Subisce
così violenza due volte: da parte dello stupratore e delle autorità,
che inoltre la citano in giudizio per falsa testimonianza, distruggendo la sua
vita sociale e i suoi già fragili affetti e facendole persino rischiare il
carcere! Attorno al suo caso, altre storie di donne, sole e fragili.
E lei non è la sola a non essere creduta: anche un’altra di loro, è accusata di
aver esagerato e di aver ingigantito la cosa, dato che per salvarsi da uno
stupratore che loro credono non ci sia, si è persino buttata dalla finestra.
Hanno analizzato lei, il suo profilo, la sua religione (non tradizionale) e…
hanno deciso che non era degna di credibilità, che non era attendibile o
affidabile. Anche in questo caso, il processo è stato fatto alla vittima
e non allo stupratore; la vittima non è stata abbastanza convincente per
ricevere aiuto? Nessuno però ha creduto che la ragazza bianca, studentessa
modello, cristiana, potesse mentire, nessuno ha messo in dubbio lei. Forse
anche grazie a una detective donna, capace di sentire l’indignazione nei
confronti di casi del genere e desiderosa di trovare un colpevole a tutti i
costi.
Qui il trailer:
Guardate questa serie, scoprire quanto è semplice
minimizzare le vittime, renderle poco credibili, mettere le loro testimonianze
in discussione, nascondere fascicoli compromettenti… certo è una serie tv
non è la realtà, ma è tratta da una storia vera… quindi, se guardandola
potrete avere uno sguardo più completo su cosa si mette in modo dopo un stupro,
sia per la vittima sia per le autorità, forse un domani potrete risparmiarvi
una di quelle stupide domande iniziali. Potrete concentrarvi sul dolore della
vittima per provare empatia verso di lei e non aggiungerle ulteriore sofferenza
e… potrete capire l’importanza di catturare il colpevole e quanto possa essere
difficile farlo.
La sentenza del finale è stata
bellissima, liberatoria, forte, così come gli interventi delle vittime al
processo che spiegano come la loro vita è cambiata in una sola notte e per
sempre. E ricordate che se non fermiamo gli stupratori (così come
tutti gli altri violenti di ogni genere) ci sarà sempre qualcuno di loro
che penserà: «Così ho capito di poterlo fare di nuovo». E questo
non deve succedere.
P.S. Consiglio la serie anche alle donne, ovviamente,
perché vedere che c’è chi fa davvero bene il suo lavoro e che si può trovare il
modo di ricominciare, potrebbe consentire un domani (oppure oggi stesso) a chi
è vittima di violenze di trovare la forza di denunciare senza sentirsi per prima
sotto processo. La società non aiuta in alcun modo, mettendo sempre in
discussione le vittime, però come dice lo stupratore seriale di Unbelievable
«Se non mi avessero fermato, non avrei mai smesso».
Cara Romina, non posso accettare queste frasi, la donna può vestirsi come vuole, sono i deficienti che non capiscono.
RispondiEliminaOra voglio dire due parole alle donne, grazie di esistere...
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Sono d'accordo con te: sono frasi inaccettabili! Menomale che ci sono ancora uomini come te!
EliminaBuona serata
Grazie Romina e auguri belli a te.
RispondiEliminasinforosa
Grazie, auguri in ritardo a te!
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