Potrebbe
sembrare un’età di passaggio, ma secondo me lo è più per gli uomini che per le
donne. Noi donne, si sa, siamo avanti: a noi la crisi esistenziale viene già a
25, quindi per i 30 siamo più preparate.
Battute a
parte, per smorzare un po’ il tono del post, questo compleanno lo sento
comunque come una sorta di giro di boa: sono malata da 15 anni e ne compio 30,
ora metà della mia vita ha avuto questo alone attorno e dell’altra metà ho
pochi ricordi, ovviamente, dato che buon parte è stata infanzia. Da questo
punto in avanti, la mia vita da malata sarà più lunga di quella da sana… e fa
davvero strano pensarci.
Ripenso con tenerezza oggi alla me quindicenne che aveva iniziato solo da pochi mesi a convivere con il dolore, che credeva fermamente che sarebbe passato di lì a poco, che era solo un piccolo intoppo di percorso. Mai avrei immaginato la mia vita così come è oggi. Mai.
Praticamente
niente è andato come avevo immaginato: per alcune cose sono immensamente
grata, per altre… sono state rinunce pesanti. Ma una cosa la so: ho
imparato tantissimo in questi 30 anni e anche se il mio corpo si comporta come
se ne avessi 90, più che 30, so che in qualche modo anche lo spirito ne ha
ricavato della saggezza in più.
Ho
imparato che non tutte le battaglie sono da combattere: che a volte ci distraiamo a combattere per averla
vinta su cose veramente inutili. Ci sono cose che valgono la pena di ottenere i
nostri sforzi e vanno difese in ogni modo possibile e altre per le quali è
molto più corretto verso noi stessi passare semplicemente oltre. Ma sono un po’
un’idealista e ogni tanto devo ricordarmelo che certe cose non valgono una gastrite.
Ho
imparato che non si può pretendere di essere trattati come trattiamo le persone, che ci sarà sempre una mela
marcia in un cesto, che ci sarà chi risponderà alla gentilezza con sgarbi e
cattiveria, ma che nonostante tutto vale sempre la pena di essere gentili e
seminare armonia nel mondo, dato che ce n’è così poca.
Ho
imparato che si può (e si deve) dire di no, ogni tanto, che non si è obbligati sempre ad
accontentare gli altri, perché spesso l’unica cosa che si ottiene è di essere
trattati come pezze da piedi. E no, non è in contrasto con l’essere gentili,
perché si può essere gentili anche senza farsi controllare, manipolare e
piegare. Ci ho messo trent’anni a capirlo. Spero per voi che ci abbiate messo
di meno.
Ho
imparato che bisogna sempre dare valore a quello che si fa, anche quando è poco e anche se la
mia etica del lavoro è che ciò che non è il più possibile vicino alla
perfezione non va bene, bisogna anche saper riconoscere il buono, il bello, il
giusto in ciò che si fa, anche quando non è abbastanza per i nostri standard
(che nel mio caso sono talmente alti che significa sempre).
Ho
imparato a riconoscere i miei limiti e a distinguere quali posso con fatica e impegno
valicare e quali no, per non sprofondare mai nella frustrazione e allo stesso
tempo non adagiarmi mai sugli allori.
Ho
imparato che è bellissimo donare luce a chi si torva nelle difficoltà, insegnare che si può comunque
sorridere e resistere, anche, e soprattutto, quando ci costa più fatica. E per
qualcuno sono diventata un esempio di forza e resilienza, anche se fatico ad
accettarlo a volte, perché mi sembra di essere uno scricciolo gracile e
indifeso per il 98% del tempo.
Ho
imparato che per mia figlia sono un supereroe nonostante tutto, anche se io penso sempre di
essere meno degli altri perché sto sempre male. E questo è il mio
conforto più grande.
Con il bagaglio delle cose che ho imparato, ora devo partire per i prossimi trent’anni e tanti obiettivi da continuare a raggiungere (che in realtà mi hanno già accompagnato in questi anni ma… voglio portare con me):
- fare del mio meglio per rendere il mondo un posto migliore, concretamente, anche in cose piccole ma utili davvero (senza puntare a cose irraggiungibili e infattibili);
- non fare troppi errori nell’educare mia figlia, perché il difficile sicuramente deve venire;
- scoprire il nome della malattia che mi affligge da mezza vita, perché a quel punto combatteremo alla pari e lei non avrà più alcun vantaggio strategico;
- lasciare un segno nella vita delle persone che incontro, un segno luminoso e positivo;
- fare il minor male possibile e il maggior bene possibile, sempre.
·
Ho
iniziato questo post un mese fa,
con largo (troppo) anticipo, proprio per essere certa di finirlo in tempo e
invece mi ritrovo qui, ormai in serata, a cercare di tirare le fila, dopo
averlo abbandonato per settimane… la vita non smette di sorprendermi e
regalarmi infinte cose belle e anche qualche batosta in più del dovuto, ma una
cosa la so per certo: sono estremamente fortunata, nonostante tutto.
E quindi auguri
a me, per tutte le sfide ancora da affrontare, per le risposte ancora da
cercare, per le mie preoccupazioni e la mia forza, per tutto ciò che deve venire.
È il momento
perfetto, perché oggi è l’unico giorno in cui possiamo agire davvero e
non mi stancherò mai, finché avrò un briciolo di energia ancora, di lottare per
ciò che reputo giusto, di essere grata di tutto ciò che ho, di sognare il mio
futuro, di creare cose belle e buone. Non mi stancherò mai di essere me
stessa, in questo eterno momento che sta a noi rendere perfetto (o il
più bello possibile, dai, non esageriamo).
Non a
caso, la mia colonna sonora degli ultimi mesi è Momento perfetto di
Ghemon.
[…] Ho aspettato in silenzio e con
calma
Ma ora mi è venuta voglia di urlare
Sono convinto che questa sia
L'ora mia, il momento perfetto per
me
Dicono sempre che è il turno degli
altri
Ma non mi sento secondo a nessuno
Sono convinto che questa sia
L'ora mia, il momento perfetto per
me
"Non ti ho sentito più ma di',
com'è fratello?
Tu puoi contare su di me e questo
lo sai fratello"
Ma quando poi sei senza chiave nel
tuo inferno
Ti scopri figlio unico e sei chiuso
dall'esterno
A te è rimasto il veleno
Ma lo sai come sono i serpenti
Se tu gli tendi la mano
Poi loro affondano i denti
È andata ma se ci ripensi
Che razza di rischi ti sei preso?
Ed il fatto che non ti sei mai arreso
È un miracolo e va difeso
[…]
È un
miracolo che va difeso.
Ecco,
questo è lo spirito che voglio portare con me in questa nuova parte di vita.
Non penso che i compleanni cambino le cose: sono solo numeri. Però voglio
smettere di vedere tutto ciò che non posso fare e portare con me solo tanta
energia e anche un po’ di rispetto per questo miracolo che va difeso,
perché ho decisamente sopportato molto più di quello che era lecito chiedermi e
l’ho fatto con una grinta che nessuno può spezzare più. Sono stati mesi duri ma…
ne sono uscita più forte e non voglio uscirmene con frasi del tipo: «Mi hanno
buttato in mezzo ai lupi e ne sono uscita capobranco», per carità, però sono
qui. E non sono spenta: sono più luminosa che mai. E non perché
le cose vadano meglio, ma perché io ho deciso di trasformare in luce di
speranza quello che qualcun altro avrebbe potuto trasformare in buio di paura.
E quindi auguri
a me, per tutta la strada ancora da fare. Ne ho senza dubbio bisogno,
perché la salita si fa sempre più ripida, ma fermarmi non è un’opzione.
Tanti auguri Romina, sei una donna forte e avrai sempre lo spirito giusto per convivere con la tua malattia senza farti limitare. Un abbraccio!
RispondiEliminaGrazie mille! Purtroppo i limiti ci sono e si fanno sempre più difficili da accettare ma... ho sicuramente lo spirito giusto per trovare altre vie. Non sono forte come vorrei, ma sono molto resiliente, mi piego ma non mi spezzo, cambio, evolvo, ma non mi fermo. Un abbraccio forte forte.
EliminaGli auguri te li avevo già fatti su FB ma non sarebbe stato lo stesso se non fossi passato anche sul blog, sia pure con i miei soliti ritardi perenni. ;)
RispondiEliminaGrazie di cuore per essere passato anche qui. Guarda, ho aperto i commenti oggi perché non avevo impostato la notifica quindi... anche avessi commentato il 20, li avrei visti ora, ahahah. Anzi, se non avessi scritto del ritardo, non me ne sarei accorta. Un abbraccio, Nick!
EliminaCiao Romina, non so se può interessarti, ma il blogger Daniele Verzetti vuole provare a creare un "progetto di gruppo" sul tema delle malattie rare e di come condizionano la vita delle persone.
RispondiEliminaHo pensato che tu potresti essere interessata a partecipare visto che sfortunatamente sai cosa significa convivere con una malattia.
Se fossi interessata, ti fornisco il link dell'iniziativa:
https://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2021/12/langolo-del-rockpoeta-rare-e-fastidiose.html
Ciao, grazie mille! ho commentato il suo post, vediamo se riusciamo a fare qualcosa insieme. Anche questo è fare rete! Grazie ancora.
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