Siccome io sto sempre sul pezzo, come si dice, ho deciso di postare oggi un post su Sanremo.
Sì,
su Sanremo 2021, però.
Va
be’, dettagli, praticamente lo scorso anno ho ascoltato le canzoni di Sanremo
ad aprile (più o meno). Mi è venuta l’idea di questo post, ma che senso aveva
pubblicarlo ad aprile? Quindi, mi sono detta: lo preparo per il prossimo
Sanremo. Poi ieri ho scoperto per caso su Facebook che è iniziato Sanremo (ehm,
sì, vivo un po’ nel mio mondo ultimamente…) ed eccomi qui a scriverlo di fretta
dopo che l’idea sta qui da dieci mesi, in pieno stile viviamo alla giornata,
che ormai mi contraddistingue.
Ma…
a parte tutto, siete pronti per scoprire perché ho deciso di scrivere questo
post? Non certo per farvi fare il ripasso delle canzoni dello scorso anno,
anche se sarebbe utile perché sono sicura che molte ve le siete già dimenticate.
Comunque no, ho deciso di scriverlo perché ho trovato un tema ricorrente
che secondo me era interessante analizzare: l’incomunicabilità.
Difficoltà di comunicazione
Ogni
canzone ha l’intento di comunicare qualcosa:
alcune ci riescono, altre no, oppure non a tutti, ecco. Però l’intento della
musica è sempre stato e sempre sarà quello di comunicare qualcosa. Quindi, per
chi se lo stesse chiedendo, no, non voglio dire che le canzoni nuove sono
vuote e prive di significati profondi, che non sanno più comunicare.
Anzi! Che poi a me la musica italiana piace tantissimo e la ascolto tutta, da
quella di cinquanta anni fa (e più!) a quella appena uscita. E l’unica Radio
ufficiale delle mie pulizie domestiche è Radio Italia solo musica italiana
e, sì, mi piacciono tanto i Maneskin (per dire), ma ascolto ancora anche Luca Dirisio
e i Lunapop.
Quindi,
perché penso che il Festival di Sanremo dell’anno scorso sia stato il
Festival dell’incomunicabilità? Perché ascoltando tutte le canzoni ho riscontrato
che l’incomunicabilità è un tema ricorrente in tantissimi dei testi.
E penso che la musica, come sempre, sia stata in grado, in modo misteriosi, di
fare, tutta insieme, pezzo dopo pezzo, un’interessante istantanea della
società moderna, una società in cui è facilissimo scambiarsi
messaggi, parlarsi, trovarsi (abbiamo il telefono in mano tutto il
giorno)… ma allo stesso tempo è così difficile comunicare, nel
senso di condividere pensieri e sentimenti.
L’importanza della comunicazione
La
comunicazione è alla base di ogni relazione sana,
solo comunicando realmente a livello profondo si possono instaurare le
dinamiche corrette che poi fungono da rete di salvataggio in caso
di problemi nella relazione stessa. Se c’è un’incomprensione che può generare
una frattura, ciò che può sanare la spaccatura sta solo nella comunicazione,
nella capacità di spiegare i propri sentimenti, le proprie motivazioni
(che non significa giocare a ho ragione io), le proprie reazioni
al comportamento altrui. Io sono attiva sostenitrice del fatto che
attraverso una comunicazione aperta, serena e civile si può
risolvere quasi qualunque cosa. È difficile, faticoso, perché chiudersi dietro
un muro è sempre la scelta più facile e semplice e il silenzio, usato come
difesa o come arma, spesso sembra la vita più immediata per evitare il
conflitto, ma… di sicuro non lo risolve, ecco.
Ma
a parte questa bella lezione di psicologia (magari anche un po’ ovvia),
vogliamo parlare di canzoni? Ecco, nello scorso Sanremo, il problema dell’incomunicabilità,
cioè dell’impossibilità di trasmettere qualcosa agli altri e i
suoi disastrosi effetti sulle relazioni sono stati temi davvero molto presenti.
Vi riporterò alcuni estratti della canzoni più significativi, poi nei video
potete ascoltarle per intero.
Parlami di Fasma
Cominciamo
dall’ovvio: Parlami di Fasma. Questo brano è
una sorta di manifesto sull’importanza del parlare. Ti prego tu
parlami, una richiesta, un’invocazione, una preghiera, quasi,
ripetuta come un mantra. Un parlare per capirsi, per riscoprirsi simili,
vicini.
Vorrei
darti la mia forza per vederti parlare
Non
di ciò che ti succede ma parlare di te
Anche
un granello di sabbia che si è perso nel mare può tornare roccia come puoi
farlo te
[…]
Parlami
parlami
Dai
ti prego tu guardami
Perché
dentro i tuoi occhi già vedo come mi immagini
E
quindi guardami guardami
Sai
che adoro quegli attimi
In
cui non litighiamo e siamo proprio come ci immagini
E
quindi parlami parlami
Dai
ti prego tu parlami
[…]
Dimmi
come faccio a stare bene così
Nei
miei giorni no tu sei l’unico sì
Tu
che mi parlavi e mi parlavi di te
E
come se parlassi e parlassi di me
Glicine di Noemi
Ritroviamo
la stessa richiesta di comunicazione anche in Glicine di
Noemi, in una relazione però che è ormai già in crisi, rotta, spezzata,
nonostante ci sia ancora amore.
Sembra
ieri,
Sembra
ieri che la sera
Ci
stringeva quando tu stringevi me.
Ricordo
ancora quella sera guardavamo le
Le
code delle navi dalla spiaggia sparire
Vedi
che son qui che tremo
Parla
parla parla parla con me
Ma
forse ho solo dato tutto per scontato e
E
mi ripeto che scema a non saper fingere
Dentro
ti amo e fuori tremo
Come
glicine di notte.
[…]
Dietro
di noi vedo giorni spesi su treni infiniti
Forse
è solo che mi manca parte
Di
un passato lontano come Marte
Tu
cosa dirai vedendomi arrivare
Quando
ti raggiungerò
Dieci di Annalisa
Anche
Annalisa con Dieci sembra chiedere spiegazioni per
una relazione ormai spezzata, quasi però a voler trovare un motivo per ricominciare,
che manca invece nella canzone di Noemi in cui la sofferenza è ormai troppa per
metterci una toppa sopra, anche se va bene una volta su cento.
Il tono della canzone di Annalisa è quasi canzonatorio nei
confronti dell’interlocutore con i suoi me lo dici cos’hai e non ho
tempo deciditi, ma restano comunque parole di una donna ferita che non
vorrebbe ricadere in una relazione già compromessa ma allo stesso tempo sembra
volere le sue risposte, sembra aver bisogno di ancora dieci ultime
volte per chiudere.
Cos’è
che ti ho promesso
Non
so
Non
mi ricordo adesso
Me
lo dici cos’hai
Siamo
dentro i ghiacciai
Dieci
giorni in una notte
Dieci
bocche sul mio cocktail
Se
è più facile scrivimi
Che
hai bisogno di quello che hai perso
E
va bene una volta su cento
Se
ci pensi precipiti
Non
ho tempo deciditi
A
fine lavoro ti penso
Ho
cenato col vino sul letto
E
non deve andare così
Non
fanno l’amore nei film
[…]
Ma l’ultima volta è sacra
L’ultimo
bacio in strada
Tu
scrivimi tra un’ora
Serviranno
ancora
Dieci
ultime volte
Ora di Aiello
Aiello
in Ora racconta che si è perso nel
silenzio delle sue paure in cui non riusciva a dire ciò che voleva,
ciò che avrebbe potuto far capire alla donna della canzone chi era davvero e
forse iniziare una storia, mentre lei ormai ha già voltato pagina (con un
compagno e una bambina).
Mi
sono perso nel silenzio delle mie paure
L’atteggiamento
di uno stronzo, invece era terrore
Non
riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi
ricordavi di lui ero fuori da poco
Mi
sono perso nella notte, non mi hai mai abbracciato
E
mi vergogno a dirlo di solito sputo fuoco
Non
riuscivo a dirti che mi ricordavi di lei
Mi
ricordavi di lui, ero fuori da poco
Avrei un milione di cose da dirti di Ermal Meta
Ermal
Meta con Avrei un milione di cose da dirti sembra ribaltare la
situazione, dicendo che le parole, la comunicazione
non serve quando è sufficiente amarsi. Anche se il titolo potrebbe infatti far
pensare a una canzone su pensieri ed emozioni repressi e incomunicabili, in realtà
è un inno a vivere il momento, senza troppe parole.
Avrei
un milione di cose da dirti, ma non dico niente
In
un mare di giorni felici annega la mia mente
Ed
ho un milione di cose da dirti
Ma
non dico niente
Ma
non dico niente
Il
tuo viaggio io, la mia stazione tu
E
scoprire che volersi bene
È
più difficile che amarsi un po’ di più
Potrebbe
sembrare una voce fuori dal coro nel discorso qui intrapreso ma, anche se la
felicità vissuta, non raccontata, è sicuramente una base importante in una storia
d’amore, non è tutto. È nel mare dei giorni felici che annega la
sua mente. E nelle difficoltà? Questa mancanza di comunicazione, quanto
poi potrà pesare? Quelle parole da dire che non si riescono a dire nella gioia
sono segno del vivere il momento, ma… resta comunque il fatto che una sana
comunicazione va costruita nel sereno, non in mezzo a una tormenta. E parlo
sempre di comunicazione autentica (non di parole vuote e false promesse, quelle
non servono a nulla). Anche se la canzone parla dunque dell’amore che basta a
se stesso senza parole, volevo lasciarvi anche questo spunto di riflessione,
perché, a volte, le parole poi, quando servono, sono più difficili da trovare,
se non c’è un’abitudine alla comunicazione.
Potevi fare di più di Arisa
Arisa
con la sua Potevi fare di più dipinge chiaramente i risultati finali di
questa mancanza di comunicazione: una rottura inevitabile
non solo della relazione, ma anche del legame e del rispetto, ormai del tutto
insanabile. Non si parla espressamente di mancanza di comunicazione, ma si
vedono chiaramente gli effetti di quel silenzio che fa troppo rumore.
Questo è l’unico testo che vi riporto per intero, come monito, quasi.
Lasciarsi
adesso non fa più male non è importante
Cosa
ci importa di quello che può dire la gente
L’abbiamo
fatto oramai non so più quante volte
Te
lo ricordi anche tu
Ci
sono troppi rancori che ci fanno star male
Mi
sono messa in disparte sola col mio dolore
Dove
c’era dell’acqua oggi solo vapore
Potevamo
fare di più
A
che serve cercare se non vuoi più trovare
A
che serve volare se puoi solo cadere
A
che serve dormire se non hai da sognare
Nella
notte il silenzio fa troppo rumore
A
che serve una rosa quando è piena di spine
Torno
a casa e fa festa solamente il mio cane
Ora
i nostri percorsi sono pieni di mine
Sto
annegando ma tu non mi tendi la mano
A
che serve un cammino senza avere una meta
Dare
colpa al destino che ci taglia la strada
Non
importa se sono vestita o son nuda
Se
da sopra il divano più niente ti schioda
A
che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero
dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi
di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti
addormenti vicino ti svegli lontano
Mi
mancheranno i sorrisi che da un po’ non vedevo
Ti
chiamerò qualche volta senza avere un motivo
Racconterò
a chi mi chiede che sto bene da sola
Questo
farai anche tu
Cancellerò
foto e video dal mio cellulare
Solo
per non vederti né sentirti parlare
Ne
avrò piena la testa e spazio sulla memoria
E
chissà quanto tempo io ti amerò ancor
A
che serve truccarmi se nemmeno mi guardi
Ero
dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi
Noi
di spalle nel letto più soli e bugiardi
Ti
addormenti vicino ti svegli lontano
A
che serve morire se ogni giorno mi uccidi
Dallo
specchio ti vedo mentre piango tu ridi
È
tutto quello che è stato oramai non ci credi
Potevi
fare di più
Concludendo…
Sicuramente
non ho messe tutte quelle che avevo in mente… ma mi sembra che il post sia
venuto fin troppo lungo lo stesso quindi mi fermo qui. Spero davvero di avervi dato
qualche spunto di riflessione sull’importanza della comunicazione.
La musica mi è stata d’aiuto in questo, ma quello che mi premeva comunicare
era per la vita, fuori dalla musica. Spero si sia colto!
Insomma,
non statevene mai Zitti e buoni (giusto per citare anche i
Maneskin, che hanno parlato anche loro di comunicazione, in un
certo senso, ma non relazionale, ecco), dite quello che avete dentro,
perché è la comunicazione la base per una sana e risanabile relazione.
P.s.
Chissà se ascolterò le canzoni di quest’anno un po’ prima di aprile, magari
spunta qualche tema interessante di cui parlare…
Immagine del post di RyanMcGuire su Pixaby
Se si parla di Sanremo, posso affermare con certezza che per quanto mi riguarda è una graziosa città ligure ;-)
RispondiEliminaRiguardo la kermesse che proprio non sopporto, sono fra i pochi che, davvero, il 90% delle canzoni sanremesi non le conosce proprio perché non vedendo mai le televisione e ascoltando solo Virgin Radio, difficilmente mi capita di ascoltarle.
Comunque l'incomunicabilità è uno dei temi più attuali, forse perché siamo talmente abituati a "ricevere" messaggi rapidi, contemporanei, brevi, ormai abbiamo perso la capacità di "decodificare" correttamente. Possiamo passare ore a chattare con trenta persone contemporaneamente su whatsapp, ma magari in realtà non abbiamo né trasmesso né ricevuto nulla da nessuna di quelle trenta persone.
Qualche anno fa guardavo ogni singolo minuto di Sanremo, adesso non seguo per niente le serate. Ascolto poi le canzoni su AmazonMusic o simili e me le godo senza tutto il "contorno" che spesso non mi faceva impazzire, ecco. La musica, sì, quella mi piace, oggi ho ascoltato alcune canzoni della nuova edizione e qualcuna che mi piace c'è anche quest'anno. Se sei abituato a ricevere solo messaggi rapidi e brevi... non conosci persone come me e le mie amiche (messaggi vocali anche di 10 minuti) ahahah. Battute a parte, sì, il problema è che parlare/messaggiare non significa necessariamente comunicare. Il contenuto è la cosa più importante e spesso manca di senso e profondità, proprio perché il mezzo è semplice e quindi dato per scontato. Grazie per il commento.
EliminaCiao Romina,molto bello quel che ho letto ,mi sono piaciuti molto i "collegamenti" che hai fatto con i testi ,ma soprattutto quella capacità di analizzare - l'incomunicabilità nella musica - metafora perfetta anche nella vita direi .Magari a primo impatto e con una certa superficialità(altra causa di incomunicabilità), scorrendo il titolo del post e arrivando a Sanremo, uno si aspetta il solito parlare e sparlare di musica ...e invece tu riesci ad andare più in profondità,bello,grazie.
RispondiEliminaIn mattinata avevo letto un post sull' abcb di Riky,mi piacerebbe tu lo leggessi ,credo che lo troverai interessante...ciao
Ci ho pensato per quasi un anno, quindi... sono contenta che sia venuta fuori una (per te!) bella riflessione. Se mi mandi il link del post di cui parli, lo vado a leggere volentieri. Sono curiosa! Grazie per il commento!
EliminaMi sento un po a disagio a mandarti il link ,disagio verso un'altra cara persona a cui ho detto che il link migliore è quello di arrivarci con la propria interiorità...
EliminaMa rischio di ricadere nell'incomunicabilità se non lo faccio vero?:))per cui ecco il link https://caffediriky.blogspot.com
Buona serata e grazie a te:)
Sicuramente avrei potuto trovarlo da sola, ma... la comunicazione diretta ed efficace ha anche il vantaggio di far risparmiare moltissimo tempo. Tempo che ho sottratto alla ricerca del contenuto e dedicato al contenuto stesso (ascoltando il brano e leggendo il post e commentandolo). Inoltre, il link, così resta qui e chi verrà e leggerà potrà andare a leggere anche quel post. Così si crea una rete di contenuti e blog. Insomma, hai fatto benissimo. Buona giornata!
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