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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

giovedì 25 aprile 2013

La valenza dei verbi

La valenza dei verbi: perché serve tenerne conto per non sbagliare?
 Esiste un particolare tipo di analisi della frase che viene definita valenziale e può essere utile per evitare alcuni errori che ogni tanto si leggono nel testi.


La valenza di un verbo
La valenza di un verbo è il numero di elementi necessari a completare il significato del verbo. Si tratta cioè di parti indispensabili, senza le quali il verbo non è completo. Le valenze indispensabili sono dette argomenti e insieme al verbo formano la frase nucleare, mentre ogni altro elemento non indispensabile prende il nome di espansione.

Tipi di valenza
Un verbo in base alla sua valenza può essere:
  • Avalente o zerovalente, se non ha alcuni soggetto e oggetto (es. Grandinare: Grandina).
  • Monovalente, se ha come argomento solo il soggetto (es. Vivere: Gianni vive).
  • Bivalente, se ha bisogno di due argomenti (es. Suonare: Marta suona il piano).
  • Trivalente, se ha bisogno di tre argomenti (es. Spedire: Giorgio spedisce una lettera a Monia).
  • Quadrivalente, se ha bisogno di quattro argomenti (es. Trasferirsi: Luca si è trasferito da Roma a Milano).
Esistono dizionari appositi, detti dizionari delle valenze che indicano per ogni verbo la sua valenza. Spesso i verbi (anche in base ai vari significati) hanno varie possibilità di valenza.
Gli argomenti della valenza sono tutti quelli necessari per completare il senso del verbo, anche se all’interno di un contesto possono essere sottointesi (per esempio il soggetto o un complemento che appare ovvio  nel contesto). Non possono mai essere argomenti e sono quindi sempre espansioni i complementi circostanziali, che quindi non completano il senso del verbo e sono delle aggiunte (delle espansioni, appunto).

Manca qualcosa
Non è necessario conoscere le regole che stanno alla base della valenza dei verbi per trarre beneficio da questo concetto. In genere è la consuetudine d’uso a renderci automatico il completare i verbi con gli argomenti necessari.
Tutti davanti alla frase:
Anna porge.
… ci rendiamo conto che manca qualcosa, che la frase non è completa, infatti il verbo non ha tutte le valenze necessarie. Dobbiamo sapere cosa porge (complemento oggetto che risponde alla domanda che cosa?) e a chi (complemento di termine che risponde alla domanda a chi?). 
Anna porge un libro a Matteo.
Questa è la frase nucleare, poi sono possibili infinite espansioni, per esempio:
Anna, la cugina di Marta, porge a malincuore un libro di storia a Matteo. 

Per non sbagliare
Quando utilizziamo dei verbi che non usiamo frequentemente può darsi che ci venga qualche dubbio sui complementi necessari a completarne la valenza.
L’utilizzo di un dizionario valenziale può quindi essere d’aiuto. Una valida alternativa è costituita da un comune dizionario dove sono presenti degli esempi. Da un esempio di frase corretta è infatti possibile non solo capire la valenza del verbo ma anche il tipo di complementi necessari per completarne il significato.

Eccezioni poetiche
Ci sono alcuni casi, in poesia o nella prosa narrativa, in cui si sceglie appositamente di utilizzare per esempio un verbo intransitivo (che non richiede il complemento oggetto per avere pieno significato) in modo transitivo. È il caso, per esempio, del verbo piangere (es. Piangere lacrime amare).

Esempi di errori, dubbi... dai commenti

Conclusione
Quando utilizzate un verbo che non conoscete bene, assicuratevi di aver aggiunto tutti gli argomenti necessari e, soprattutto, di aver utilizzato il tipo di complemento giusto (un buon indicatore è la preposizione o la congiunzione che lo introducono).

Conoscete la grammatica valenziale? Avete mai pensato alla valenza dei verbi? Di fatto è qualcosa di molto intuitivo, però ora spazio libero a domande e riflessioni!

Se avete qualche esempio di verbo del quale non siete certi della valenza, possiamo rifletterci sopra nei commenti e integrare il post. Ringrazio già chi vorrà partecipare!



Hanno parlato di questo articolo: 






14 commenti:

  1. Mi hai spalancato un mondo tutto nuovo. Conoscevo, però, la valenza in chimica!

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    1. Be', qualche analogia con la valenza in chimica c'è, in fondo. Nuovi mondi da scoprire!

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    2. La valenza in chimica è il numero di elettroni esterni di un elemento, stabilisce il numero teorico di legami covalenti che quell'elemento può formare (tenendo sempre presente gli orbitali a disposizione). Perciò sì, c'è una certa analogia con quanto hai scritto sopra.

      Marco Lazzara

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    3. Sono finita tra due esperti in fisica... non so se posso uscirne in modo dignitoso! Ahahah! Ho solo qualche ricordo dagli studi superiori... Diciamo che i legami covalenti che l'elemento può formare sono un po' come gli argomenti che il verbo deve avere. La differenza sta nel fatto che per gli elementi si tratta del numero massimo di legami, mentre per i verbi del numero minimo di argomenti (poi ci possono essere delle estensioni) per completarne il senso.
      E se ho detto delle stupidaggini, mi scuso già!

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    4. In realtà un elemento può anche formare un numero superiore di legami rispetto agli elettroni che può condividere col legame covalente o metallico o prendere/acquisire nel legame ionico, perchè nel caso dei metalli e semimetalli si può avere una particolare interazione di legame, in parte covalente in parte elettrostatica, che prende il nome di legame dativo e che vede il coinvolgimento di orbitali vuoti a disposizione.

      Esempio: il La ha 3 elettroni di valenza. Quindi 3 soli legami?
      [La(H2O)12]3+ [Cl-]3
      In questo composto di coordinazione il lantanio forma 15 legami, grazie al coinvolgimento degli orbitali d ed f vuoti.

      Spero di non aver esagerato, in genere questo è il momento in cui i miei studenti rovesciano gli occhi all'indietro e crollano tramortiti sul banco.

      Marco

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    5. A Xeno dico invece, vedendo a sinistra il suo post dell'altroieri, che secondo me Shara é l'Africa del Nord (Shara = Sahara). Collocherei Tremalking nei Caraibi, e Seanchan potrebbe essere l'America e il Giappone.

      Marco

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    6. Ho una buona resistenza! Non rovescio gli occhi all'indietro e non cado tramortita sul banco, tranquillo! Anzi, discorso molto interessante! Del legame dativo ho qualche vaghissimo ricordo... mi piace sempre imparare cose nuove da qualsiasi ambito esse provengano, quindi sentiti libero di fare ogni aggiunta o approfondimento! Grazie mille.

      P.S. Tu e Salomon Xeno dovreste fare amicizia, fai un salto sul suo blog a vedere i post di argomento scientifico... è molto portato per spiegare le scienze! Anche se insieme potreste diventare pericolosi! Ahahah!

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  2. Interessante. Soprattutto noto a volte che si utilizzano complementi sbagliati con alcuni verbi.

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    1. Sì, si tratta di un errore piuttosto comune...
      Grazie del commento.

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  3. Ignoravo il concetto di valenza verbale, ma ho ricordi di quella chimica...

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    1. Il meccanismo alla base del concetto non è poi così diverso.

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    2. Infatti, vedi sopra.

      M.L.

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    3. E poi dicono che le materie umanistiche e quelle scientifiche sono troppo diverse! Io ho sempre sostenuto che sia importante farle interagire!

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  4. Il verbo trasferirsi usato nell'esempio non è quadrivalente ma trivalente (chi si trasferisce? Da dove? A dove?)

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