La stima che nutro nei loro confronti mi ha ispirato
questo post che farà parte della rubrica Nati
nel mese. Non sarà una rubrica periodica, però se qualche autore che
particolarmente amo compie gli anni, magari mi ispira un post e allora voi lo
leggerete (sì, lo so, ma che caspita di ragionamento è? Portate pazienza).
L’intenzione è di ricapitolare i post scritti su questi
due autori e poi di fare un breve parallelo tra i due, giusto per ricordarli e
far loro tanti auguri.
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello è nato
ad Agrigento il 28 giugno del 1867 (è morto a Roma, il 10 dicembre del
1936). Si è occupato di vari generi letterari, dai racconti ai romanzi, al
teatro.
Ha vinto persino il Nobel per la letteratura (1934). Un
Nobel meritatissimo.
Sul blog ho parlato de Il
fu Mattia Pascal, uno dei suoi romanzi più celebri. Il particolare mi
sono soffermata sul concetto di maschera
e su quello di fuga.
Ho parlato anche di Sei
personaggi in cerca d’autore per discutere del tema dei personaggi, degli attori e delle maschere e
in generale del concetto di teatro
per questo autore.
Ho scritto un breve
post di compleanno anche l’anno scorso, quindi questo era nell’aria…
Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi è nato
a Recanati il 29 giugno 1798 (è morto a Napoli, il 14 giugno 1837).
Grande studioso, noto soprattutto per le sue poesie.
Non ha vinto il Nobel, ma solo perché ancora non
esisteva, perché altrimenti… (sì, lo so, la mia passione per lui è grande!).
Sul blog ho parlato della sua poesia Il
passero solitario cercando di buttare luce su alcuni aspetti poco noti
di questo autore, spesso considerato unicamente un pessimista.
Anche per lui avevo scritto un post
di auguri l’anno scorso, quindi era destino che la rubrica cominciasse con
questi due autori.
[Vi consiglio di dare un’occhiata anche al post 215 anni fa nasceva
Giacomo Leopardi sul blog Kokoro di Marcella Andreini,
dove troverete anche tantissimi altri post su questo autore].
Pirandello e
Leopardi
Che cosa hanno in comune questi due autori? Be’, secolo
diverso, provenienze diverse, storie di vita diverse, un romanziere e un poeta…
a primo avviso, direi che hano ben poco in comune!
Entrambi però, a mio personalissimo avviso, hanno
raccontato il senso di estraneità
(non so definirlo meglio, però ora cerco di spiegare cosa intendo).
Leopardi è spesso intento a guardare il mondo senza
sentirsene parte, come quando osserva la gente festosa nella poesia Il passero solitario. Nel mondo, ma
fuori dal mondo. Quasi come se, per raggiungere una piena consapevolezza delle
cose, sia necessario rinunciare a viverle direttamente, condannarsi all’essere
diversi e, forse, anche infelici.
Pirandello in Uno
nessuno e centomila descrive la follia, il ribaltamento delle convenzioni
sociali, come unica chiave per essere liberi. Quando per tutti si è pazzi, di
fatto solo a quel punto si ha l’autorizzazione di estraniarsi dai ritmi della
vita moderna, logorante, che ci condanna a indossare maschere continuamente.
Estraniarsi dunque, divenire estranei a se stessi oppure
al mondo. Non trovare il proprio posto all’interno della società e quindi
viverne ai margini, un po’ per scelta, un po’ per necessità, un po’ perché
diversi, stranieri anche nella propria terra, perché strani nella propria
anima. Ma non si tratta di una stranezza negativa, semplicemente del coraggio o
dell’incoscienza di vivere fuori dal coro.
Be’, due grandi autori, dei grandissimi pensieri… auguri
a entrambi.
Aggiornamento del 30/06/2013
Scopro ora che anche il mitico Antoine de Saint-Exypéry è nato il 29 giugno (anno 1900). Lo stesso giorno di Leopardi, quindi me lo ricorderò di certo l'anno prossimo!
Intanto, per chiedere scusa ad Antoine, cito anche i post che ho scritto su di lui.
Ho scritto un post sul suo capolavoro, Il Piccolo Principe, concentrandomi su alcuni significati sottesi nel testo. E poi ho parlato del seguito, Il Ritorno del Piccolo Principe, che è stato scritto però da Davidts.
Del resto le candeline sulla torta a inizio post erano tre, forse dovevo immaginarmi di aver dimenticato qualcuno!
Hanno parlato di questo articolo:
- Calvino e Rodari: nati a ottobre
- "Nella terra del Poeta" + video "Giacomo Leopardi: le sue parole e la sua terra"
Se non altro, il numero di cartoline rimane uguale!
RispondiEliminaGià!
EliminaEsattamente una settimana fa è scomparso anche Richard Matheson, uno degli ultimi (se non l'ultimo) gigante della fantascienza "old school", nonché al secondo posto della classifica dei miei autori preferiti.
RispondiEliminaLa notizia purtroppo è passata quasi sotto silenzio, come già accaduto per Ray Bradbury un anno fa.
Marco Lazzara
Non sono molto esperta di fantascienza (un libro di Bradbury però l'ho letto e mi è piaciuto un sacco). Mi dispiace per la morte di Matheson... in Italia troppe cose passano sotto silenzio, purtroppo.
EliminaMatheson ha segnato un'epoca, è stato d'importanza fondamentale per la fantascienza e non solo. Da "Ai confini della realtà" a "Duel" a "Io sono Leggenda", ha davvero scritto molte delle regole del genere.
RispondiEliminaQuanto a Bradbury, hai letto Fahrenheit 451. Ti consiglierei di leggere anche "Cronache Marziane", non tanto per il discorso fantascientifico, ma per lo straordinario e unico stile narrativo di Bradbury, che sapeva essere molto poetico e delicato. Sono certo che il suo stile particolare potrebbe piacerti molto.
Marco
"Fahrenheit 451" mi era piaciuto moltissimo (caspita, ti ricordi pure che l'avevo letto!) proprio per lo stile di Bradbury, mi appunto "Cronache marziane" nel lunghissimo elenco di titoli che voglio leggere. Grazie per il suggerimento.
EliminaHo sempre detestato Leopardi (poverino!) e adorato Pirandello. Le risate che mi sono fatta la prima volta che ho letto Il fu Mattia Pascal..!
RispondiEliminaOh, come è difficile leggere certe cose! Ma adoro la libertà di espressione, quindi ti ringrazio per il commento controcorrente!
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