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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

martedì 27 agosto 2013

Questione di lana caprina

è una questione di lana caprina: speriamo non lo diventi anche il post su questa espressione!


Oggi vi parlo di un'espressione che mi è sempre piaciuta: è una questione di lana caprina.
Non la uso spesso, però ha un suono bellissimo e anche un significato interessante.


Quando si dice?
L’espressione di lana caprina si usa in riferimento a qualcosa di cui si parla quando si vuole evidenziarne l'inutilità o la superficialità.
Questa espressione è una locuzione latina usata dunque per parlare di qualcosa di inutile, senza importanza o non attinente (non è ironico che nel mio post sugli off-topic io abbia parlato di capre?).
Fare questioni di lana caprina significa dunque cavillare, esaminare con eccessiva pignoleria, insistere su cose prive di importanza.
Se vi ricorda me, è normale, tranquilli.

Un controsenso
Il significato di questa espressione si fonda tutto su un controsenso: le pecore fanno la lana e non le capre, quindi perché parlare di lana caprina?

L’interpretazione più convincente
L'espressione è di origine latina, la prima attestazione è nelle Epistole di Orazio. Il poeta prendeva in giro chi perdeva tempo e ne faceva perdere agli altri parlando in modo noioso di questioni banali e stupide come la lana caprina. Egli parlò di lana caprina, perché essa non ha alcun valore commerciale, perché una volta tosata questa lana è intricata, difficile a sgrovigliare e che una volta filata è pungente, ruvida e ispida (il che non la rende certo comoda da indossare).
Lavorare la lana caprina porta solo fatica pratica e mentale ma non dà nessun concreto risultato.

Altre interpretazioni
Secondo altre fonti l'espressione deriverebbe dal fatto che c'è una sorta di indecisione su come classificare il vello che ricopre le capre. Continuare a discutere se definirlo lana o pelo è di fatto una questione inutile e senza risoluzione e probabilmente da qui si potrebbe essere originato il senso dell'espressione.
Questa interpretazione di fatto non contrasta con la precedente, perché Orazio utilizza l'espressione ma non ne spiega il significato originario.

Altre fonti dicono che la lana di capra non esiste (dato che sono le pecore a essere allevate e tosate per ricavare lana)  e pertanto sarebbe del tutto inutile parlarne. Su questo non sono d'accordo dato che esistono per esempio le capre da Kashmir (è il nome di una regione tra India, Pakistan e Cina) che sono allevate apposta per il loro pelo(*) che poi viene filato diventando il celebre (e costosissimo) kashmir.

(*) Volete chiamarlo lana? Nah... poi riparte la questione (di lana caprina appunto). Io lo chiamo pelo  e non lana, perché al tatto e alla vista è decisamente pelo e non lana e inoltre le capre non vengono tosate, bensì pettinate per ottenere il kashmir. Decisione mia, poi ognuno può pensarla come vuole...

Ovviamente oltre a questione di lana caprina ci sono molte varianti, per esempio, faccende di lana carpina, fare discorsi di lana caprina...

Conclusione
Io adoro le questioni di lana caprina, perché sono curiosissima e mi piace imparare cose nuove, anche se sono pignoleggianti cose di cui nessuno si cura. A volte divento pesante, lo so... portate pazienza.

E a voi piacciono le questioni di lana caprina


10 commenti:

  1. Non avevo mai sentito la frase. O forse sì? No, non mi sembra. In ogni caso capita anche a me di perdermi a discutere di lana caprina... E finisco con il rimproverarmi da sola. :D
    Certo però che se si trova qualcuno con cui farle, possono diventare anche molto interessanti. E capisco bene che tu lo faccia per imparare, da quel punto di vista sono utilissime.

    P.S. Hai scritto, verso la fine, "faccende di la caprina". ;)

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    1. Forse non è un'espressione diffusa come credevo, allora...
      Dipende molto dall'interlocutore, è vero! Se entrambi sono interessati al tema, ne può venir fuori un discorso interessantissimo!

      P.S. Corretto, grazie mille!

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  2. Sì. Ma lo sai già. :)
    Io quando lo sento non mi fermo mai a riflettere su come "lana" e "capra" siano messe insieme. Comunque wikipedia sembra darti ragione, perché la lana si può ottenere da: pecora, capra, lana, cammello e coniglio.

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    1. Ehm... direi che allora non mi dà ragione: io considero la lana come ciò che si ottiene con la tosatura, mentre se i filati vengono ottenuti con l'uso del pettine li definisco peli.

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    2. Dipende dalla definizione merceologica (che ha valore legale). Ad esempio con "latte" senza ulteriore specificazione s'intende il solo latte vaccino. Come con "vino" s'intende il prodotto della fermentazione alcolica dell'uva. Bisogna perciò se dal punto di vista legale viene chiamata "lana" il prodotto della tosatura della sola pecora, o se può essere usato anche per altri animali (alpaca, vigogna, ecc...).

      Marco Lazzara

      P.S. = Chiamare un filato "peli" è decisamente bizzarro! Perchè anche i polimeri naturali come il cotone e sintetici come il nylon vengono filati, e non sono di certo peli, ma fibre.

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    3. La questione relativa alla definizione merceologica mi ha davvero colpita. Ora indagherò.

      P.S Mi riferivo a filati di origine animale (quelli che citava Salomon Xeno, per esempio, di cammello, coniglio...), ovviamente poi ci sono le fibre vegetali e quelle sintetiche... però l'avevo spiegato proprio male!

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    4. La lana di coniglio ha però un suo nome particolare che è angora, ed è ricavata dalla tosatura del coniglio d'angora, che è una specie particolare.
      Da dizionario la lana può provenire da diversi animali, mentre merceologicamente parlando bisogna vedere cosa dice in propopsito la legge.
      La definizione che hai dato di lana caprina è corretta, perchè s'intende l'occuparsi di questioni di scarsa importanza (nugae in latino) come è inutile la lana caprina (perchè poco pregiata, di scarso valore commerciale).
      Dalle mie parti ci sono espressioni simili come "pettinare le bambole" o "pettinare i bruchi", cioè un'attività inutile che fa perdere solo tempo.

      Marco

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    5. "Angora" è anche un tipo di capra, sai? Però quello che dici sui conigli d'angora è verissimo.

      "Pettinare le bambole" si dice anche da me. Dei bruchi non sapevo nulla.

      Comunque credo che in realtà si possa parlare di "lana" in caso di fibre animali di pecore, cammelli, conigli, capre... quando invece la fibra è sull'animale andrebbe chiamata "pelo", così almeno pare dalle ultime ricerche che ho condotto.
      Quindi si dovrebbe dire "La lana ottenuta con il pelo della capra", per esempio.


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    6. @Romina: E lana ottenuta con il pelo della pecora, se chiami "lana" la fibra tessile e non, appunto, il pelo. Ti si dà ragione nel senso che anche tu citavi un esempio di lana ottenuta da capre, non riguardo al modo di dire... che, come dicevo, non è molto nelle mie corde.

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    7. Ah, sì, in quel caso mi si dà ragione. Del resto sono capre piuttosto famose! Notissimo è anche il coniglio d'Arngora di cui si parlava nei commenti.

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