Come già in molti hanno fatto oggi, mi unisco al coro di voci che cerca di ricordare un grande uomo e un eccellente letterato tra i migliori della letteratura italiana dell’ultimo secolo. 88 anni fa, nasceva Italo Calvino, destinato a una grandissima e vastissima produzione letteraria in grado di spaziare nei generi più diversi. Google gli ha dedicato il doodle di oggi e in molti hanno speso qualche parola per lui (tra i tanti, anche Michela nel suo blog “Libri da leggere”).
Io, ormai alle soglie della mezzanotte, sento di non poter evitare di ricordarlo, con un po’ di rimpianto, perché potrebbe ancora essere al mondo a regalarci splendidi capolavori e invece è morto già ventisei anni fa.
Italo Calvino è stato un grande amante della natura, un attivo esponente della lotta partigiana e uno scrittore straordinariamente poliedrico. Deve gran parte della sua fama a capolavori di stampo fantastico-filosofico come “Il barone rampante”, “Il visconte dimezzato” e “Il cavaliere inesistente” (racchiusi nella raccolta “I nostri antenati”). Oltre a questi, sono suoi altri libri straordinari come “Le città invisibili” e “Palomar” (con delle descrizioni così dettagliate da far invidia a volte a una fotografia o a un filmato) e molte altre che potrei elencare. La sua produzione vastissima gli ha fatto conquistare il soprannome di scoiattolo della penna per la sua vivacità e leggerezza espressiva. Si è dedicato molto anche alle fiabe, scrivendo la raccolta “Fiabe italiane” e moltissimi saggi e prefazioni sul tema fiabesco confluiti poi nel saggio “Sulla fiaba” pubblicato nel 1988 ormai postumo. Certamente questo libro non è tra i suoi più famosi, ma io lo trovo davvero straordinario. In una serie di vari saggi, si parla di fiabe africane, italiane, popolari, delle teorie di Propp e di molto altro ancora. Un libro da leggere sicuramente per tutti quelli che, come me, non considerano la fiaba un genere letterario minore o, peggio, inferiore ad altri. Un libro dove scoprire cose che mai si sarebbero potute immaginare. Calvino racconta in queste pagine, la sua passione per il mondo fiabesco.
«Ho vissuto in mezzo a boschi e palazzi incantati, con il problema di come meglio vedere in viso la bella sconosciuta che si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o con l’incertezza se usare il mantello che rende invisibile o la zampina di formica, la penna d’aquila e l’unghia di leone che servono a trasformarsi in animali. […] Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica che governa il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. […] Questa non è stata un’allucinazione, una sorta di malattia professionale. È stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quell’unica convinzione mia che mi spingeva al viaggio tra le fiabe; ed è che io credo questo: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita». [Testo tratto da Sulla fiaba di Italo Calvino, edito da Mondadori, p. 38].
In questo libro c’è molto da scoprire (per esempio un aneddoto divertente ma interessante sulla scarpetta di vetro di Cenerentola) e mi riprometto di scrivere altri articoli per approfondire alcune di quelle interessanti tematiche, ma gli scopi del post di oggi sono altri: ricordare Calvino come autore a tutto tondo per i suoi capolavori e la sua inventiva, ringraziarlo per tutto quello che ci ha insegnato con le sue opere e per il suo illustre esempio, rammentare al mondo che non lo dimenticheremo mai.
Hanno parlato di questo articolo:
Ebbene si, se fosse vissuto ci avrebbe regalato altri capolavori,ma non so se ci sarebbe piaciuto il mondo editoriale e letterario italiano di quest'ultimo periodo.
RispondiEliminaTu che dici?
@ Nick: Grazie per questo bellissimo spunto di riflessione. Temo che tu abbia ragione, forse per lui sarebbe stato un duro colpo vedere l'editoria diventare troppo spesso mera mercificazione di parole e non sempre di qualità. Credo che non sarebbe fiero dello stato attuale delle cose, anche se sono certa che lui non avrebbe i problemi che abbiamo noi poveri autori esordienti nel trovare un editore o nel promuoverci... Comunque lui, che spesso ha parlato di vinti e persone un po' fuori dalla reatà dei tempi, forse, sarebbe fiero di noi che continuiamo a credere che tutto ciò possa migliorare e tornare ai bei tempi in cui i libri erano non solo intrattenimento ma anche cultura e gli autori facevano tanta gavetta, ma, se erano bravi, arrivavano da qualche parte senza dover cercare raccomandazioni... bei tempi, bei sogni, belle speranze...
RispondiEliminaCerchiamo di cambiare le cose così che i grandi autori del passato, come Calvino, possano essere fieri di chi ha raccolto la loro eredità.
Il lavoro di Calvino sulle fiabe è bellissimo, tanto quello di raccolta quanto quello di studio e interpretazione. Si vede quanto le amava.
RispondiElimina@ Michela: Hai proprio ragione: le amava tantissimo! Presto scriverò dei post su i miei argomenti preferiti del saggio "Sulla fiaba", così potremmo approfondire alcuni aspetti e parlare ancora di questo grandissimo scrittore! Grazie per il commento! A presto!
RispondiEliminaCe l'ho! Le Fiabe italiane, intendo :)
RispondiEliminama devo ancora leggerlo. Ho letto però diversi romanzi e racconti. E' uno degli scrittori che apprezzo di più.
@ Daniele: Non pensavo fosse tra i tuoi scrittori preferiti, ma è vero che Calvino, con la sua varietà di generi, accontenta proprio un po' tutti!
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