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Ormai sono diversi anni che scrivo pochissimo qui sul blog. Mi dispiace davvero molto e vorrei dire che diventerò più solerte ma... so benis...

sabato 10 marzo 2012

Perché scrivere fiabe?

Tra i tanti generi letterari, perché scrivere fiabe? 

Il mese scorso ho parlato dei vari generi letterari, oggi, su suggerimento di Nick e come promesso, vi parlerò soprattutto delle fiabe. Sì, perché scrivere fiabe? Quando si scrivono libri impegnati, melodiose poesie, romanzi d’amore avvincenti, si è visti come scrittori a tutto tondo, degni di definirsi tali. Le fiabe invece vengono spesso considerate come un genere letterario minore, una cosa da bambini. Beh, io spero che almeno voi abbiate abbandonato queste convinzioni, dopotutto abbiamo già parlato di come la fiaba non sia solo una cosa per bambini nel post dedicato a Calvino e all’opera “Sulla fiaba”  e di come possa nascondere livelli complessi e legami profondi con il vissuto del suo autore nel post dedicato ad Antoine de Saint-Exupéry.
La domanda, però, resta: perché scrivere fiabe e non altro?

Comiciare a scrivere fiabe: dal caso ai miei libri
Il mese scorso vi ho parlato delle mie fasi prevalenti, quindi sapete che non ho cominciato con le fiabe. Tutto in realtà è avvenuto abbastanza per caso. Un giorno ho deciso di partecipare a “La fiaba di Selvino” un concorso letterario dedicato alle fiabe e per farlo ho dovuto scrivere una fiaba, cosa che non avevo mai fatto, poi l’ho letta a una bambina mia parente. Per un po’ poi non mi sono più occupata di fiabe. In seguito, questa bambina (essendo ancora minore non cito il nome per la privacy) ha cominciato a chiedermi di raccontarle delle fiabe e io invece che parlarle di “Cappuccetto Rosso”, “Biancaneve”, “I tre porcellini”, … ho iniziato a inventare ogni volta una storia diversa, senza certo l’ambizione di scriverle. Con il tempo però queste storie cominciavano a diventare tante e così ho iniziato a scriverle. Prima ho composto una raccolta di dieci fiabe, in seguito ampliata a venti. Questa raccolta è poi diventata “Voliamo Insieme con la Fantasia”. Insomma, tutto è cominciato per caso, ma poi è stato subito amore tra me e le fiabe. Per promuovere il libro ho cominciato a fare animazioni per bambini ed è stato talmente bello che ho deciso di scrivere un secondo libro, questa volta però volevo sviluppare in modo più approfondito un’unica storia e quindi ecco non più una raccolta di fiabe, ma un racconto lungo/romanzo breve per bambini: “La mia amica Clorinda”, il mio secondo libro. Nei periodi successivi e ancora oggi continuo a scrivere fiabe brevi e lunghe e anche nel mio prossimo libro ce ne sono alcune. Ne ho scritte due anche pochi giorni fa per dei concorsi e in futuro si vedrà!

Scrivere fiabe non è semplice
La fiaba è un genere che cattura, ma non è così semplice come sembra. Si può cercare di trasmettere un insegnamento oppure puntare sul divertimento oppure entrambi in un giusto mix. Bisogna usare un linguaggio alla portata dei bambini, ma, a mio avviso, mai troppo banale. Io a volte inserisco parole “difficili” per dei bambini, ma perché non li considero degli incapaci, trovo giusto suscitare in loro delle domande e delle curiosità, senza ovviamente esagerare ed entrare nel filosofico o in termini incomprensibili anche per la maggior parte degli adulti.
Esistono molte tecniche per scrivere fiabe, ma più che altro conta l’immaginazione. Si può anche scrivere fiabe partendo da favole già esistenti seguendo le tecniche di Rodari, di cui vi ho parlato qualche tempo fa, ma queste sono solo alcune delle infinite possibilità! 

Distinzioni terminologiche
Per finire questo post, voglio fare un breve discorso sul termine “fiaba”, perché in realtà io ho parlato finora di “fiabe” in modo improprio.
Secondo il senso comune un racconto scritto per dei bambini è una fiaba e io in tal senso scrivo “fiabe” e perciò tali definisco i miei testi, ma sento anche il dovere di spiegare bene il concetto.

Esistono, infatti, le fiabe, le favole e le novelle per bambini.
  • La favola (per es. La cicala e la formica di Esopo) ha un intento morale esplicito, spesso presenta animali antropomorfi e ha un autore.
  • La fiaba (per es. Cenerentola) è ignorante, nel senso che ignora il suo più intimo significato. A volte ha un significato morale, ma non è esplicitato proprio perché la fiaba stessa non lo conosce. Esistono diversi tipi di fiabe ma in genere sono racconti di miti legati a dei riti ormai non più praticati e che per questo hanno perso di sacralità e possono essere raccontati in qualsiasi momento. La fiaba dunque non ha un autore ma deriva da una tradizione popolare, poi qualcuno (per es. i Grimm o Calvino) si prende la briga di trascriverle.
  • La novella per bambini (per es. La sirenetta di Andersen) è una sorta di fiaba, ma scritta da un autore che la inventa e dunque non è frutto di una lunga tradizione popolare.

Questo in estrema sintesi, giusto per essere chiari. Le mie dunque sono più novelle per bambini e in alcuni casi favole (quando è esplicito l’intento morale). Perché allora parlo delle “fiabe” che scrivo definendole in questo modo? Principalmente perché nel senso comune è quello il termine usato e ritenuto corretto. Se io dicessi “scrivo novelle per bambini”, il messaggio potrebbe non essere chiaro a tutti.

Conclusione
Comunque, torniamo all’argomento del post.
Ecco perché scrivo fiabe. Io in questo genere vedo una grande possibilità espressiva, la facoltà di sperimentare mondi magici e irreali, di far ridere e riflettere, di giocare con altre fiabe esistenti, …

E voi? Avete mai scritto fiabe? Come vedete questo genere?


Aggiornamento del 30 ottobre 2012
Sulla distinzione tra fiaba e favola, vi consiglio un post molto interessante del blog Farfalle eterne di AlmaCattleya dal titolo La differenza tra fiaba e favola che analizza due esempi per spiegare meglio i concetti.


Hanno parlato di questo articolo: 




15 commenti:

  1. Ho un paio di novelle per bambini da parte, solo l'abbozzo di una trama, ma una è già diventata qualcosa di più tendente al fantastico, mentre la seconda una favola per adulti. Quest'ultima ha più probabilità di essere portata a termine prima della pensione.

    Sinceramente penso che scrivere novelle per bambini non sia per niente facile. Il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile, soprattutto se rientriamo nel campo dell'insegnamento morale. L'uso di parole difficili è più che sensato. Ricordo che sui libri di narrativa per le scuole c'erano, oltre alle schede di letture, delle note contenenti alcune spiegazioni riguardo a certe parole. Pensa che rileggendo il Mago di Oz (ho in casa un'edizione scolastica) un paio di note sono servite anche a me!

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    1. Allora anche tu scrivi testi fiabeschi! Che bello! Comunque non illuderti, se le leggi vanno avanti così, noi non vedremo mai la pensione! Concentrati sui tuoi progetti e cerca di portarli a termine: ti daranno grandi soddisfazioni.
      Le note nei testi per bambini sono utilissime, io nel mio primo libro le ho messe, poi ho smesso ma non so perché, forse perché spesso sono associate ai "testi scolastici" e quindi connotate da un alone (spesso ingiustamente) negativo. Comunque non si finisce mai di imparare, io oggi ho imparato da dei bambini di terza elementare il termine "pachiceto"...

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    2. Pazzesco. L'ho scoperto anch'io adesso! Ed è pure grosso! ^^

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    3. Beh, io sono sempre dell'idea che non si finisce mai di imparare e i bambini con la loro curiosità e il loro entusiasmo hanno sempre molto da insegnare! Adesso sappiamo che cos'è un pachiceto...

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    4. Torno qui a distanza di tot mesi. Nel frattempo mi sono dimenticato cosa significhi pachiceto, andrò a controllare. Grazie per la segnalazione! Nel frattempo non ho mai completato la mia novella per bambini. ^^

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    5. Si tratta di una sorta di balena vissuta però in epoche preistoriche (di più non so, dovrei chiedere ai bambini!).
      Dai, completa quella novella, io sono curiosa.

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  2. Leggere della tua iniziazione al genere favolistico è stato molto bello, spesso arrivamo a scoprire quello che ci piace per caso e poi non ce ne allontaniamo più.
    Se ho scritto delle favole?
    Si, l'ho fatto ed è stato molto piacevole, solo che nel mio caso avevano una spruzzata di "noir".

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    1. Sono contenta che il post ti sia piaciuto, soprattutto visto che è partito da un tuo suggerimento.
      E così anche tu hai scritto delle fiabe... ma "noir", beh, ognuno hai il suo stile e sarebbe inutile negarlo! Sul tuo blog posso trovarne alcune? Sono curiosa! Grazie, a presto!

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  3. Non ho mai scritto fiabe vere e proprie però mi piace cambiare il finale alle fiabe classiche. Ho scritto una versione dove Cappuccetto Rosso incontra Pippi Calzelunghe e Biancaneve (un po' troppa fantasia, vero?). Beh cercherò di trattenermi.

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    1. No, non trattenerti! Questa è una delle tecniche suggerite da Rodari, lui la chiama "Insalata di favole". La fantasia non è mai troppa! Grazie per il commento e continua così!

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  4. Scrivere per i bambini è più difficile che scrivere per gli adulti :)
    Anche io ho in mente delle favole e delle fiabe da scrivere. Spesso, anzi quasi sempre, si tende a dare lo stesso significato alla favola e alla fiaba, ma sono appunto due scritti diversi.

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    1. Concordo pienamente. Tutti pensano che le fiabe siano storielle facili facili, ma non è così.
      Scrivi presto quei brani, dai: sono curiosa di saperne di più.
      La differenza tra fiaba, favola e novella ho dovuto proprio inserirla, perché ho appena terminato un corso sulla morfologia della fiaba e non potevo sorvolare sulla questione.

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  5. Ho visto il tuo nuovo post, ma non ho ancora avuto modo di leggero... mi dispiace! Sono stati due giorni davvero pieni e non ho avuto tempo per leggere nessun post di altri. Domani comunque recupero tutto e sicuramente commenterò il tuo post su Esopo!
    Accetto anche il consiglio di lettura che va a far crescere il mio lungo elenco! Grazie!

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  6. Ho letto il tuo post e ho commentato... ho capito solo ora che il post di Esopo l'hai scritto ma non ancora postato! Attenderò con ansia...

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